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Come sarà il mondo nel 2025? Il report dell’Intelligence Usa

L’Intelligence americana è una realtà composita, una comunità di 17 agenzie coordinate da un Direttore per l’Intelligence. All’interno del suo ufficio (l’Office of director of national intelligence, Odni) è collocato il National intelligence council (Nic) ovvero il principale centro di analisi strategica della comunità dei Servizi segreti americani. Ma il Nic è anche un vero e proprio pensatoio tra i cui compiti, dal 1997, vi è quello di sovraintendere ad un ambizioso e complesso programma di ricerca denominato “Global Trends”.
 
Nato sul finire degli anni Novanta come una serie di seminari organizzati congiuntamente dall’Intelligence e dal Pentagono, il Global Trends si è evoluto nel corso del tempo fino a diventare quello che è oggi: un’articolata attività di “outreach” su scala globale, permanente, grazie alla quale i migliori think-tank ed esperti internazionali cooperano e si confrontano con l’Intelligence americana al fine di individuare i trend strategici che caratterizzeranno gli scenari di medio-lungo periodo, valutandone l’impatto in campo politico, economico-finanziario e sociale.
 
Ogni quattro anni, quindi, in occasione dell’elezione del nuovo presidente, il National intelligence council pubblica i risultati delle proprie ricerche. Un report riservato è destinato al nuovo inquilino della Casa Bianca e circola all’interno dell’establishment della sicurezza nazionale (Servizi segreti, Pentagono, Dipartimento di Stato, National security council). Una versione “open” e sintetica viene, invece, diffusa pubblicamente ed è quella che tutti noi possiamo leggere.
 
Dal 1997 ad oggi il Nic ha prodotto quattro report (ciascuno con un orizzonte temporale di circa 15 anni) l’ultimo dei quali è stato pubblicato nel 2008 in occasione dell’elezione del Presidente Obama. Entro un paio di mesi sarà pubblicato il nuovo studio, il “Global Trends 2030: Alternative Worlds”, per il quale il National Intelligence Council ha addirittura attivato un blog in modo che esperti di tutto il mondo possano liberamente discuterne i principali topics.
 
Uno sguardo veloce alle conclusioni dell’ultimo report, il Global Trends 2025, può essere utile per capire meglio il senso dello sforzo compiuto dal National intelligence council nonché la sostanziale correttezza delle sue analisi.
 
La prima, e forse più importante, conclusione a cui pervengono gli analisti del Nic nel 2008 è che il sistema internazionale tra 15/20 anni sarà mutato talmente tanto da sembrare irriconoscibile. Gli Stati Uniti continueranno ad essere il più importante soggetto nel panorama globale (mantenendo una posizione di preminenza assoluta in ambito militare) ma il loro peso ed il loro potere saranno sensibilmente meno rilevanti rispetto ad oggi. Insomma, da un mondo unipolare dominato dagli Usa ad uno multipolare caratterizzato però da una scarsa propensione alla solidarietà internazionale ed all’approccio multilaterale nella gestione delle crisi e dei problemi globali.
 
La trasformazione del sistema internazionale sarà alimentata in modo rilevante dal progressivo spostamento del baricentro economico da Occidente verso Oriente e dal consolidamento del peso economico della Cina e dell’India.
 
Lo spostamento del baricentro del potere politico ed economico non riguarderà solo gli Stati ma anche gli attori non-statuali (Ong, multinazionali, gruppi religiosi, movimenti, organizzazioni criminali, strutture terroristiche ecc…), i quali assumeranno un peso relativo crescente e contribuiranno attivamente all’evoluzione del sistema internazionale.
 
Il mondo dei prossimi 15/20 anni, secondo il Global Trends 2025, sarà un mondo instabile e più pericoloso di quello attuale caratterizzato da un sensibile aumento della conflittualità. Conflitti originati, prevalentemente, da questioni legate al controllo delle risorse energetiche e dalla competizione tra Stati sul piano economico-commerciale. Cambiamento climatico, l’aumento demografico ed il crescente fabbisogno di risorse (energetiche, idriche ed alimentari) sono i fattori che più di tutti costituiranno cause di frizione tra gli Stati. L’interazione tra questi 3 fattori potrebbe scatenare veri e propri shock geopolitici, in particolare nell’area orientale del globo.
 
Questa sintesi non deve però trarre in inganno il lettore di Formiche.net. Scopo del Global Trends non è prevedere il futuro – cosa impossibile – bensì stimolare il pensiero strategico del decisore di Washington esercitando il c.d. “sguardo lungo” che vuol dire guardare oltre il breve termine ed aldilà delle contingenze della politica quotidiana. Un processo indispensabile per un’amministrazione pubblica la cui mission è la protezione dei cittadini e la tutela dell’interesse nazionale. Soprattutto in una fase storica come quella attuale caratterizzata da fluidità ed incertezze soprattutto.
 
L’abilità dell’Intelligence americana è consistita nell’adeguarsi ai meccanismi di funzionamento dell’economia della conoscenza oramai globalizzata, aprendosi (per quanto possibile, data la natura riservata della propria attività, ma in modo comunque rilevante) al mondo della ricerca internazionale e strutturando un network di expertise su scala quasi planetaria. Un modo per raccogliere ed elaborare conoscenza in tutto il mondo influenzando, al contempo, il dibattito tra gli addetti ai lavori (esempio di soft power). Un caso più unico che raro nel panorama delle Intelligence internazionali.
 
Per chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento e conoscere più da vicino l’evoluzione ed il funzionamento del National Intelligence Council, le tecniche e le modalità di elaborazione del Global Trends 2025 e gli scenari disegnati nonché verificare l’attualità delle conclusioni del report, può consultare il paper recentemente pubblicato dall’Istituto Italiano di Studi Strategici “N. Machiavelli”.
 
Alfonso Montagnese* e Claudio Neri **
 
*Coordinatore del Programma di Ricerca “Influenza e Deception Strategica” dell’Istituto Italiano di Studi Strategici “N. Machiavelli”.
** Direttore del Dipartimento di Ricerca dell’Istituto Italiano di Studi Strategici “N. Machiavelli”.
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