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Novità, curiosità e intrighi alla Fiera del libro

Si deve puntare sul capitale umano. È questo il messaggio che sta arrivando dalla 64ma edizione della Fiera internazionale del libro a Francoforte, iniziata mercoledì 10 e che si concluderà domenica 14 ottobre, da più fronti è questo l’obiettivo che si vuole raggiungere.
 
In contrapposizione al focus di quest’anno che si incentra sul web e sui media digitali, l’uomo viene messo al centro delle riflessioni che nascono nella città tedesca.
 
Basti pensare ai libri di autori di saggistica che si occupano di economia. Alcuni di loro hanno iniziato a rivedere in chiave umana, e non più di mercato, questo aspetto della vita dell’uomo. La Humaneconomy, come è stata ribattezzata, è un insieme di critiche al neo-liberismo. La Buchmesse ospita infatti molti saggi impegnati ad incoraggiare l’uguaglianza e i valori della democrazia.
 
Tre titoli per tutti. Il premio Nobel Joseph Stiglitz Il prezzo della disuguaglianza; Ingo Schulze, I nostri bei vestiti nuovi. Contro una democrazia conforme al mercato, contro la visione di Angela Merkel che vuole il sistema politico adeguato al mercato; Tomas Sedlacek L´economia del bene e del male.
 
Fondamentale è lo sguardo che si ha sulla ricchezza e la povertà: questo è lo squilibrio che rischia di incrinare le democrazie. E se si vuole scongiurare la crisi dei valori dell’uomo, è il fattore umano che bisognerà valorizzare, con l’ausilio della solidarietà e della sensibilità.
 
La presenza italiana
 
Anche l’Italia ha portato il suo capitale umano a Francoforte. Emanuele Trevi con Qualcosa di scritto, Ponte alle Grazie, ha vinto l’European union prize for literature 2012. Mondadori con il nuovo romanzo di Paolo Giordano, Il corpo umano, è riuscito a venderne i diritti a ben 30 paesi. Giordano è un giovane del 1982 che si rivelò nel 2008 un vero e proprio fenomeno editoriale grazie al suo esordio La solitudine dei numeri primi, che vinse il Premio Strega.
 
L’appello degli editori
 
Nello stand Punto Italia quindi si sono dati appuntamento ben 250 editori italiani. L’Associazione italiana editori (Aie) ha lanciato un grido verso il governo rappresentato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Peluffo, affinché vengano presi provvedimenti concreti che aiutino il mercato editoriale e lascino respirare un settore che per lo più è fatto di persone che lavora con passione.
 
I numeri del settore
 
Il Rapporto 2012 sullo stato di salute dell’editoria presentato dall’Aie stessa durante la Buchmesse ha confermato che il 2011 è stato un anno difficile per il mercato del libro: il dato più eclatante è il meno 8,7% nei primi nove mesi del 2012. Ma il problema è che sta diminuendo anche la lettura: rispetto al 2010 si sono persi ben 723mila lettori, dato che si riferisce solo a coloro che leggono un libro l’anno.
 
Verso gli e-book
 
Il mercato del libro, che è riuscito sempre a rimanere fuori dalle crisi economiche degli ultimi anni, si sta allineando al calo dei consumi. L’unica vera tendenza la sta facendo l’e-book. Ma è qui che servono gli interventi statali per migliorare l’offerta. Il presidente dell’Aie, Marco Polillo, ha richiesto la possibilità di abbassare l’iva dal 21% al 4% e quindi un credito d’imposta sull’innovazione digitale. Polillo, grande appassionato di gialli, ha da poco pubblicato con Rizzoli il romanzo Villa tre pini. Peluffo sta tentando di promuovere fortemente la lettura, sapendo che si può “essere competitivi solo se il libro tornerà ad essere al centro della vita di ciascuno di noi”.
 
La classifica dei più venduti
 
Interessante è riscontrare che tra i primi 30 libri più venduti del 2011, 6 sono della Mondadori, tra cui il primo, Le prime luci del mattino, di Fabio Volo. Poi troviamo Nessuno si salva da solo di Margaret Mazzantini, Bianca come il latte rossa come il sangue di Alessandro D’Avenia e La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (successo di critica e successo di pubblico quindi), per citare solo quelli italiani.
 
L’export italiano
 
Confortante il fatto che comunque da una ricerca svolta dall’associazione dei librai ed editori tedeschi, con sede proprio a Francoforte, si attesti che l’Italia esporta la narrativa in Germania e importa saggi tedeschi, con la conseguenza che i nostri scrittori sono quelli più tradotti nel paese tedesco. Un odi et amo che dura da secoli.
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