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Così l’Europa rafforza le sanzioni contro il nucleare iraniano

Il Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue riunitosi in Lussemburgo ha inasprito il pacchetto di sanzioni contro il programma nucleare iraniano.
I nuovi provvedimenti, riguardanti in particolar modo i settori bancario e industriale, puntano a impedire un ulteriore sviluppo del suo programma a scopi militari, che avrebbe una rapida accelerazione raggiunta la soglia critica di arricchimento dell’uranio al 20%; complessa da raggiungere ma una volta superata la quale è estremamente semplice arrivare al 90% necessario a dotarsi di armi atomiche.
 
La diplomazia internazionale si è più volte offerta di concedere all’Iran la possibilità di sviluppare il proprio programma in un Paese terzo, ove fosse possibile per gli osservatori internazionali dell’Onu tenere sotto controllo la progressione dell’iniziativa, eventualità che ha sempre trovato nel governo guidato da Ahmadinejad un fermo diniego.
Con queste sanzioni, fa sapere Bruxelles, si vuole evitare che “le istituzioni finanziarie Ue gestiscano fondi che possano contribuire al programma iraniano o sviluppare missili balistici”. Inoltre, “sono proibite tutte le transazioni tra le banche iraniane e quelle europee, a meno che non siano esplicitamente autorizzate in anticipo dalle autorità nazionali, sotto strette condizioni”, limitando anche i margini di manovra della banca centrale iraniana.
 
Vengono inoltre impedite esportazioni verso la Repubblica islamica di materie prime o lavorate utili alla prosecuzione del programma, come grafite, alluminio o acciaio, ma anche risorse di tipo tecnologico come software specialistici.
Le limitazioni colpiscono anche la vendita di idrocarburi dall’Iran verso l’Europa, per la quale sarà impedito l’utilizzo di navi appartenenti a cittadini o a società del Vecchio Continente e sono previste diverse condizioni svantaggiose per i restanti scambi, ad eccezione di quelli riguardanti farmaci e aiuti umanitari.
Per finire, i ministri hanno aggiunto oltre trenta entità iraniane nella lista di quelle a cui sono congelati i beni e interdetti i visti per la Ue.
 
Non si è fatta attendere la replica del governo iraniano che tramite un proprio rappresentante ha fatto sapere di considerare le sanzioni “disumane” e di meditare azioni ritorsive che coinvolgano l’approvvigionamento di gas naturale, del quale la repubblica islamica è uno dei primi produttori al mondo, da parte dell’Europa.
 
Michele Pierri
@michelepierri
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