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Obama e Romney a confronto (semantico)

Il principale vincitore della corsa elettorale negli Stati Uniti è la parola. Come direbbe il padre della narratologia, il bulgaro Tzvetan Todorov, la scelta di ogni parola ci racconta e cerca un effetto preciso nei nostri interlocutori. Nei tre dibattiti pubblici dei due candidati, ogni frase e ogni tono hanno avuto un peso di forma e di contenuto. Ma alla fine del bilancio, si può dedurre il vincitore per quello che hanno detto e per come l’hanno detto? Se è vero che i discorsi riflettono quello che si è, Mitt Romney e Barack Obama sono quasi in pareggio. Come d’altronde sostengono gli ultimi sondaggi.
 
Il gruppo Expert System, specialista in tecnologia semantica, ha realizzato uno studio quantitativo e qualitativo del linguaggio usato da Obama e Romney nei tre dibattiti. Dopo l’analisi del confronto del 3 ottobre, 16 ottobre e 22 ottobre, sono state elaborate conclusioni generali per mettere in luce le caratteristiche linguistiche dei candidati. E il loro significato.
 
Nel bilancio generale, Romney ha parlato in maggiore quantità, circa 14% di più rispetto a Obama in base alle parole. Quelle più usate sono state: people, job/work e America. Una scelta che rappresenta i concetti che più stanno al cuore dell’elettorato. Invece Obama ha usato di più due verbi: do e make. Parole molto concrete che richiamano a un’idea di positività, orientamento e produttività.
 
Negli interventi di Obama sono stati presenti concetti come il business e il lavoro, mentre Romney ha parlato più di tasse, piani e programmi. La libertà, intesa nel contesto democratico, è stata citata poche volte, sottolineano gli analisti di Expert System.
 
Il personaggio più citato da Obama è stato senza dubbio Osama Bin Laden, così come ricorrenti sono stati i riferimenti a Gheddafi, molto probabilmente per mettere in risalto i suoi successi in politica estera. Fra i Paesi quello più citato da Obama è stato l´Iraq, mentre Romney ha parlato molto di Usa, Cina e Iran. Forse perché si tratta delle prossime sfide che il prossimo presidente degli Stati Uniti dovrà affrontare.
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