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Si può guadagnare in Borsa scrutando Twitter (?)

Rintracciare ciò che influenza le nostre decisioni non è mai stato così facile. La gente pone le sue domande su Google, affida i suoi pensieri a Twitter e posta le sue scoperte su blog e Facebook. Ma è possibile collegare l´umore dei social network alle performance dei prezzi dei titoli azionari?
 
Richard Peterson, ingegnere elettronico, psichiatra ed esperto di mercati finanziari, ne è convinto. Per otto anni ha lavorato a un sistema complesso per rilevare lo stato d´animo di chi discute in Rete per poi tradurlo in un indicatore economico. Peterson, tra i più ascoltati in Silicon Valley, scruta i social network, analizza tweet, chat, post e news per ottenere predizioni.
 
Sulla base di questa convinzione dopo 11 anni di carriera da psichiatra, Peterson ha istituito un hedge fund e un’azienda, MarketPsych, che attraverso sofisticati algoritmi di analisi semantica, estrae informazioni preziose dalla Rete per determinare il sentimento collettivo su migliaia di aziende, molte delle quali interessato a comprare o vendere nel mercato azionario.
 
“Potrebbe sembrare fantascienza, oltre ad essere drammaticamente invadente – ha scritto Alexandra Stevenson sul Financial Times – ma usare i social media per predire il futuro è diventato un passatempo popolare nel settore finanziario”.
Ma proprio mentre Peterson pensava di aver intrapreso la strada del successo, nel 2010 MarketPsych ha perso l´8 per cento dei ricavi. Johan Bollen, professore associato di informatica presso l´Indiana University negli Stati Uniti, offre una spiegazione per gli scarsi risultati. “Come si fa a filtrare fuori la spazzatura?” chiede Bollen.
Il professore ritiene che vi sia effettivamente un valore nel guardare gli stati emotivi della società su Internet. Ma monitorare quello che la gente scrive su una azienda specifica è meno utile. “Solo perché è rilevante non significa che sia predittiva”, spiega.
 
Il suo studio, che classifica lo stato d´animo dei tweet attraverso l´analisi del testo, ha evidenziato una forte correlazione predittiva con l´ascesa e la caduta dell’indice Dow Jones. Bollen ha analizzato 10 milioni di tweet prodotti da 2,7 milioni di individui e ha trovato una correlazione tra il mood della rete e la direzione dell´indice Dow Jones. Includendo lo stato d´animo della calma, i tweet erano in grado di indicare i valori di chiusura dell´indice DJIA tre giorni dopo la rilevazione con una accuratezza dell´87,6 per cento.
Nonostante i suoi dubbi sul “social stock picking media”, il professor Bollen crede che l’analisi dell’umore della Rete potrebbe portare a qualcosa di importante, e la paragona alla ricerca per la corsa all´oro californiana.
 
Mentre Bollen stava facendo la sua ricerca, Bernardo Huberman, direttore dell´unità di ricerca sociale di calcolo presso gli HP Labs, (unità di ricerca della Hewlett-Packard), ha iniziato a studiare dove la gente dirige la sua attenzione on-line. Il prof. Huberman, autore di “Le leggi del web”, è interessato al rapporto tra ciò che twittano le persone e ciò che accade nel mondo reale. “Volevo cercare qualcosa di estremamente preciso, così abbiamo scelto i film e le entrate al botteghino,” dice. Analizzando ciò che le persone hanno twittato prima dell’uscita di un film, si è riusciti ad ottenere una stima dell’incasso più accurata della Hollywood Stock Exchange, che ha il compito di fare previsioni sulle performance del film di successo.
 
E il documento risultante, “Prevedere il futuro con i Social Media”, è stato oggetto di attenzione da parte degli inserzionisti desiderosi di manipolare Twitter per aumentare la domanda. Ma ha anche ispirato un gruppo di imprenditori olandesi nell’impostare un meccanismo simile per i movimenti dei corsi azionari. “Abbiamo in primo luogo usato Twitter perché è in tempo reale, è più facile ottenere i dati e ha anche il valore più esplicativo,” dice Vincent van Leeuwen, uno dei quattro fondatori. La loro start-up, chiamata ‘SNTMNT’, è in procinto di firmare un accordo con una banca olandese.
 
Ma sull´arte di trasformare la “spazzatura in oro in internet”, Bollen e Huberman sono un po’ scettici. “Perché qualcuno dovrebbe twittare informazioni sui titoli di Borsa e perché esse dovrebbero avere più valore di altri indicatori?”, si chiede Bollen. Se si conosce qualcosa sul mercato, non si ha intenzione di condividere con il mondo, aggiunge il professore.
E Huberman fa eco: “I social media sono utili come un indicatore di umore dell´opinione pubblica solo in senso più ampio. A meno che a twittare siano George Soros e Warren Buffett, quelli che costituiscono la popolazione di Twitter non sono gli stessi che si muovono sul mercato.”
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