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Tutti pazzi per la Cina (in Australia)

Gli occhi del mondo stanno diventando mandorlati. L’influenza dell’Asia è a livello globale. Dall’America del Nord, passando per l’Europa, fino ad arrivare all’Australia. E il mutamento non solo è nelle dinamiche economiche, nei parametri di competitività o di tensione/distensione dei rapporti internazionali. Il cambio è anche culturale. La scorsa domenica il primo ministro australiano Julia Gillard si è aggiunta a questa trasformazione sostenendo in un discorso che “ogni bambino australiano dovrà imparare il mandarino, giapponese, indonesiano o l’hindi o qualsiasi altra lingua asiatica perché il futuro della nazione è legata alla nascita del ‘secolo asiatico’”. La notizia è stata riportata dalla Cnn. Per il premier questo secolo porta con sé il ritorno della leadership asiatica a livello globale e il cambiamento, che non solo è inarrestabile ma anche in fase di accelerazione secondo la sua opinione, non deve prendere alla sprovvista l’Australia.
 
Queste e altre considerazioni sul tema sono state ampiamente spiegate da Gillard nel rapporto ufficiale “Australia in the Asian century”. In questo documento sono stati presentati 25 obiettivi strategici del governo entro il 2025. La missione però è una: cavalcare l’ascesa dell’Asia a beneficio degli australiani. “I bambini, dall´asilo nido fino a prendere il diploma di scuola superiore, dovranno avere una buona conoscenza dell´Asia” , ha detto Gillard presso l´Istituto Lowy a Sydney dove ha presentato il libro bianco.
 
Da minaccia a possibilità
 
Secondo il premier, l’Occidente ha vissuto troppo a lungo l’Asia come una minaccia. In termini razziali, militari ed economici. Ma è arrivato il momento di cavalcare l’onda del boom asiatico. È necessario, secondo Gillard, ampliare la tecnologia agricola e alzare il livello mondiale delle scuole e delle università per soddisfare l’aumento della richiesta da parte dei ricchi vicini asiatici. “Più persone della classe media vogliono accedere a cibo di alta qualità, a vini di alta qualità, a risorse di alta qualità. Questa è una grande opportunità per l´Australia regionale. E noi vogliamo essere pronti, ha detto il premier.
 
Per questo, il governo australiano è già al lavoro per la creazione di un nuovo ministero, il ministero delle Politiche del secolo asiatico, che avrà come missione quella di guidare le riforme nell’ambito dell´istruzione, infrastrutture, fisco e normativa. Se gli obiettivi saranno raggiunti, un terzo dell´economia australiana sarà legata all’Asia con un considerabile aumento del reddito.
 
E le motivazioni non sono da poco: secondo un sondaggio del Lowy Institute, la maggiore parte degli australiani non ha sentito gli effetti della recessione mondiale grazie alla domanda asiatica di risorse australiane. Un dato di fatto (economico) che schiaccia la sfiducia del 56% delle persone che credono ci sono troppi investimenti cinesi in Australia e il 63% che sono contrari all’accesso delle imprese straniere in terreni agricoli australiani.
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