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La carta cinese di Ciucci per aggrapparsi al Ponte

Il ponte sullo Stretto di Messina è “una grandissima opera che ci viene invidiata dalle comunità scientifiche internazionali”. Così l´ad della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, secondo cui l´opera comporta più benefici che costi “anche nelle ipotesi più sfavorevoli e restrittive”.
 
Il Ponte sullo Stretto di Messina “ha finora inciso sulle finanze pubbliche per 13 milioni di euro”, ma considerando le risorse apportate da Fintecna, “il saldo per la finanza pubblica è perfino positivo”, ha proseguito Ciucci, che ha poi confermato l’interesse dei cinesi nei confronti dell’opera.
 
Ciucci ha spiegato di aver già dato il via agli incontri “per avviare le negoziazioni per raggiungere l´accordo integrativo” tra la società Stretto di Messina e il contraente generale, Eurolink, che, in base al decreto del 2 novembre, deve essere stipulato entro il primo marzo 2013, “pena la revoca della concessione e dei contratti collegati”.
 
Secondo l’ad, “la decisione dell´Unione europea di escludere il Ponte sullo Stretto di Messina dalle opere prioritarie dei corridoi intermodali non ha inciso sulle coperture, ma può avere effetti indiretti sui mercati”. Il ponte ´´nel suo piano finanziario non ha mai previsto un contributo europeo e il venire meno del progetto ´core´ non ha inciso sui numeri e sulle coperture del Piano economico-finanziario´´, ha detto Ciucci. ´´Ovviamente – ha concluso – non ci fa piacere, perché viene a mancare un riconoscimento di qualità che può avere effetti indiretti sui mercati finanziari, che sono un po´ tesi, c´è una qualche difficoltà”.
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