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Le ricette del G20 dettate a Usa e Giappone

I ministri delle Finanze e i banchieri centrali delle 20 maggiori economie del mondo riunite a Città del Messico hanno deciso di fare il possibile per “promuovere una robusta crescita e la creazione di posti di lavoro”, oltre a continuare ad occuparsi “delle sfide economiche e fiscali” in corso. E´ quanto si legge nel comunicato finale del G20.
 
“Il focus principale rimane la ricostruzione della fiducia, la riduzione dei rischi e della volatilità nei mercati finanziari internazionali”, recita il comunicato. La crescita economica “resta modesta e rischi di un´ulteriore contrazione sono ancora elevati”. Tra questi, il comunicato fa riferimento, tra gli altri, a possibili ritardi nella “complessa implementazione delle recenti misure annunciate in Europa”, a un´”eventuale stretta fiscale negli Stati Uniti” e alla “debole crescita dei mercati emergenti”.
 
Nei Paesi che rappresentano circa il 90% del Prodotto interno lordo mondiale, l´80% degli scambi commerciali e due terzi della popolazione globale, “l´implementazione degli impegni assunti con un giusto timing è [un fattore] cruciale”, dice il comunicato, aggiungendo che “in molti Paesi il necessario processo di riduzione delle operazioni fatte a debito (deleveraging) nei settori pubblico e privato è in corso” mentre la “disoccupazione rimane alta”.
 
Secondo i leader del G20 la via verso una crescita sostenibile passa per “il miglioramento della competitività e la promozione della stabilità fiscale”, motivo per cui l´adozione “al momento giusto delle politiche fiscali già decise è [un fattore] cruciale”.
 
“Garantiremo che le nostre finanze pubbliche siano su un sentiero sostenibile, in linea con gli impegni di medio termine decisi a Toronto per le economie avanzate”, si legge. In altre parole il G20 garantirà che il ritmo con cui si perseguirà il consolidamento fiscale sia appropriato per il supporto della ripresa.
 
In particolare, il “Giappone deve fare ulteriori passi avanti verso il consolidamento fiscale” mentre gli Stati Uniti devono “garantire che le misure di finanza pubblica siano adottate in modo sostenibile nel lungo termine evitando una brusca adozione di restrizioni fiscali nel 2012”. Inoltre, il comunicato mette in guardia da un eccessivo controllo dei governi sulle valute.
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