Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Mali e il rischio di un altro Afghanistan

In Mali è in atto una rivoluzione. Lo scorso 6 aprile, il Movimento nazionale per la liberazione del Azawad (Mnla) ha dichiarato l’indipendenza del Paese. Un momento cruciale dopo mesi di ribellione. La rivolta era cominciata a gennaio e cercava di cancellare la marginalizzazione delle popolazioni nomadi al nord del Mali. Di seguito sono apparsi due gruppi: Ansar Dine e il Movimento di unità e jihad in Africa occidentale (Mujwa).
 
L’obiettivo era quello di fare diventare il Mali un territorio Sharia islamico rispettoso della legge dello Stato. In un interessante reportage pubblicato dal Guardian, il giornalista Marc-André Boisvert spiega questa rivoluzione in corso. Il gruppo di ribelli ha sede a Parigi ed è circondato da gruppi intellettuali che danno un forte impatto mediatico all’organizzazione.
 
Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) circa 200.000 maliani sono fuggiti nei Paesi vicini. Molti sono andati in Tuareg e hanno abbandonato la ribellione. Boisvert racconta storie di vita toccanti di queste vittime della rivoluzione e descrive la minaccia dei sottogruppi estremi che continuano a spuntare nel nord del Mali.
 
Anche i servizi servizi segreti tedeschi sono preoccupati da queste minacce. Il quotidiano Frankfurter Allgemeine ha svelato informazioni del Bundesnachrichtendienst che sostengono il possibile invio da parte della Germania di un contingente militare. Secondo queste informazioni, in pochi anni gli jihadisti presenti nel nord del Mali sono diventati un rischio serio per l’Europa se si prende in considerazione il livello di organizzazione raggiunto in proporzione del tempo. La Francia sta spingendo invece per un maggiore coinvolgimento dell’Algeria come “nuovo guardiano del deserto”.
 
Lo scorso 20 ottobre, Al Jazeera ha riportato la notizia dell’ultimatum del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ai Paesi dell´Africa occidentale: hanno 45 giorni per elaborare un piano militare e cacciare i ribelli dal nord del Mali. In un incontro svolto nella capitale di Bamako, i leader africani ed europei prepareranno i dettagli della strategia. L´Onu ha detto che finanzierà parte della campagna militare e fornirà esperienza alle forze africane.
 
Ma i rischi che il rimedio sia peggio del male sono tanti. Il reporter di Al Jazeera, Mohamed Vall, ha detto che “il Mali sta guardando queste mosse con un misto di speranza e paura. Si spera di vedere la nazione riunificata perché la paura è che l´intervento militare straniero possa trasformare il paese in un nuovo Afghanistan”.
 
È dello stesso avviso il ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi, che a seguito delle violenze in Nigeria ha dichiarato due giorni fa che in Mali c’è una situazione terribile: “Praticamente nel nord del Mali c´è un governo islamico, un piccolo Afghanistan. Il grande pericolo è che il Mali si saldi col nord Nigeria costituendo un asse pericolosissimo”. Riccardi ha detto che si è intervenuti più volte sul governo nigeriano, lui stesso ha parlato di recente ad Addis Abeba con il presidente, il quale aveva assicurato che la situazione stava migliorando. Ma il timore che l’intervento aggravi la situazione non è ancora sparito.
×

Iscriviti alla newsletter