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Se per conoscere la Costituzione bisogna ridere

La Costituzione, una volta, la si insegnava a scuola nell’ora di educazione civica. Col tempo l’educazione civica iniziò a essere sempre più sacrificata. Gli insegnanti, per stare nei programmi ministeriali, per portare a termine i programmi di storia e di filosofia, che poi gli ultimi eventi e gli ultimi filosofi si facevano sottolineando poche righe del capitolo tanto per dire che si erano fatti, finivano col dire: “Niente, la prossima settimana educazione civica la saltiamo”. Fino a non farla praticamente più.

Per mettere le cose a posto, la più grande fabbrica di cultura italiana, la televisione di Stato, dopo i talent, dopo i quiz show preserali che di rivoluzionario hanno solo un nome evocativo,  chiamano un comico a raccontarla. A spiegarla ai più come l’istruttore di scuola guida che rende fruibile le regole del codice della strada.
Ogni cosa al suo posto, ogni cosa nel suo luogo. La Bibbia viene letta in Chiesa, e chiunque può continuare a leggerla, ogni sera prima di andare a dormire, tenendone una copia sul proprio comodino. Allo stesso modo la Costituzione va insegnata nel suo luogo naturale che è la Scuola, il tempio laico e periferico, la parrocchia civile dove lo Stato condivide con i nuovi cives le regole di base che si è dato.
Se però proprio non ce la fate a leggere di diritti e di doveri. Se necessitate dello zucchero per addolcire la pillola, se siete colti ma senza avere la puzza sotto al naso, se siete acuti senza essere a 90°, se siete disposti a spendere il prezzo di un libro più la spedizione che impiega anche 15gg., beh allora vi consiglio di dirigervi qui e acquistate una copia di  “Riformatorio Costituzionale”. Il libro di Francesco Nardi, autore ed editore di sé stesso, è una raccolta di salaci sassolini su cui il lettore, come un fachiro, cammina a piedi nudi. Scalzo, perché più che uguali, la maggior parte di noi è, rispetto alla legge, senza calze né scarpe. E i giudici, avvocati e magistrati spesso hanno i mocassini…
La Costituzione della Repubblica Italiana, questa signora, per alcuni decrepita, per altri trombabile, per altri ancora giovane anche se un po’ sfigata, viene riletta con lo spirito disincantato, ironico e, talvolta, anche sarcastico di un giovane, attento osservatore della cosa pubblica. Per neofiti della giurisprudenza, a un certo punto del libro, trovate il testo integrale della Carta Costituzionale. Idea per nulla banale, anzi azzeccatissima. Già. Il Nardi ci ha visto giusto. L’idea, oltre a essere originale, è stata ben tradotta nella sostanza. Volendo trovare un appunto, la sua leggerezza, di tanto in tanto, risulta dissonante con la materia trattata. Specie se la si confronta con il lungo editoriale dello stesso autore che fa da introduzione al libello. L’introduzione è infatti misurata e molto ben articolata, giocando di sponda tra le buche del realismo e il pallino delle riforme. Una partita a biliardo quindi, che l’autore, anche se non lo dice, spera di giocare all’americana.
Convinti di interpretare l’autore, è un fatto che la maggior parte degli italiani sono come quelli che iniziano a giocare al gioco dell’oca o ad un qualunque altro gioco da tavolo, senza averne mai letto le regole. Fateci caso ma è l’atteggiamento che si ha anche verso le diavolerie tecnologiche. Si spacchettano, si accendono, e si inizia ad usarle convinti che, smanettando, si possa fare a meno di leggere il manuale d’ istruzioni. Lo stesso è accaduto e continua ad accadere verso la Costituzione. Il bugiardino del cittadino fa la fine di quello dei medicinali, premuto contro il fondo del pacchetto da supposte o bustine quando le si ripongono dentro. Stropicciato e visto come un fastidioso ingombro nel rimettere a posto il contenuto. A tutela più del produttore del farmaco che del suo utilizzatore finale.  Nardi diventa quindi, al tempo stesso, un mascalzone del diritto, perfetto cittadino, fine osservatore, divulgatore prezioso. Il suo tentativo, seppur spogliato delle forza di diffusione che sarebbe potuta venire mediante un’operazione editoriale strutturata, ha il merito di aiutare la nostra carta costituzionale a superare il temibile esame per ottenere il certificato di sana e robusta costituzione che in tanti dei reparti militari alla sturmtruppen della politica italiana esigono urlandolo a gran voce.
E la rilettura è un pretesto per colpire proprio loro, gli strampalati protagonisti del circo della politica italiana. Dal governo fino all’opposizione dipietrista (minoranza linguistica). Ma soprattutto per colpire il cittadino medio, che ha a cuore i propri diritti civili meno di quanto non ha cuore i diritti TV della propria squadra del cuore. Molti articoli della Costituzione sono veramente esilaranti, i migliori dardi di Nardi. A cifra di quanto detto in queste righe, sperando di non far torto all’autore svelandone uno, vi cito questo, l’art.80:“I trattati internazionali sono roba complicata di cui è meglio che i cittadini non sappiano nulla”.

 

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