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La tentazione svizzera del Vaticano

Come la Santa Sede e il Vaticano spendono i soldi dei fedeli è un tema che desta la curiosità di molti. E con l’entrata in vigore del nuovo regolamento della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, e qualche giorno dopo un convegno per illustrarlo ai capi dicastero, il testo presentato ai giornalisti dal cardinale Giuseppe Versaldi si muove verso una maggiore trasparenza.
Durante la presentazione il cardinale ha precisato che le società che la Santa Sede ha per la gestione di immobili effetto di donazioni all’estero, principalmente in Europa, non hanno “fini speculativi né spostano proprietà o sedi per scopi speculativi”.

“Come Chiesa cattolica universale – ha detto il porporato – riceviamo donazioni in tutto il modo, il bene oggetto della donazione rimane in quel Paese, andiamo lì ma non facciamo movimenti di controllo”.

Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha precisato poi che la Santa Sede ha immobili da donazioni “in Svizzera e qualcuno in Francia, e in Inghilterra, non che tutto il mondo – ha commentato – sia pieno di immobili della Santa Sede”.

Secondo quanto riportato dal ragioniere generale della Prefettura, Stefano Fralleoni, in alcuni Paesi, ad esempio la Svizzera, queste società sono relativamente numerose perché la legge prevedeva che ogni immobile fosse controllato da una società”. “Ora per fortuna la legge è cambiata – ha commentato – e si potrà ridurre il numero di queste società”.

Interpellato anche sul patrimonio immobiliare di Progaganda Fide, la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, mons. Balda ha precisato che è un patrimonio che può essere considerato “importante” ma relativamente alle dimensioni della Santa Sede: “Non è certo – ha chiarito – nell’ordine di grandezze di uno Stato”.

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