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Grecia, umiliazione ultimata? Si chiude un annus horribilis

Il terzo memorandum della troika, con i numerosi decreti attuativi, arriva ad Atene proprio alla vigilia delle festività natalizie: in lingua inglese e senza possibilità di modifica alcuna. Che significa? Che la controparte greca che lo subisce dovrà soltanto tradurlo in greco e apporvi una firma. Più che altro per una mera presa visione, come fatto dai trecento deputati che d’altronde lo hanno votato un mese fa senza riuscire a leggere tutte le ottocento pagine di quel provvedimento che vide la luce alla mezzanotte di una lunga giornata di scontri su piazza Syntagma. C’è chi in Grecia parla di “umiliazione completata” con questa ultima formalità. Chi invece lo saluta come un nuovo giorno per il paese che, in assenza dei denari di Fmi, Ue e Bce, non avrebbe potuto pagare stipendi e pensioni. Certo, senza risorse non è possibile immaginare una prosecuzione per alcuna entità, fisica o materiale.

Ma questo che si sta chiudendo, oltre ad essere stato un annus horribilis per l’Ellade, è l’anno zero per una rinascita che stenta a concretizzarsi, come testimoniano le previsioni sul debito. Ieri alcune scuole in Macedonia hanno dovuto chiudere i battenti per il freddo: non avevano la possibilità di acquistare il propellente per i termosifoni. Si calcola che l’evasione fiscale nel paese sia pari a ventotto miliardi di euro. I senzatetto aumentano a vista d’occhio e adesso anche organizzazioni prestigiose come Medici senza Frontiere programmano interventi in Grecia. Nelle stesse ore mentre nella sede americana del Fondo Monetario Internazionale, come riporta il Washington Post, è andato in scena un brindisi luculliano, per le strade ateniesi sciopero generale di 48 ore con cittadini, lavoratori e imprenditori che non ne hanno più. E che hanno esposto uno striscione (foto in alto) che non necessita di commenti: “E adesso prendetevi anche questi”.

Twitter@FDepalo

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