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Così il Vaticano osserva la circoncisione in Germania

“Un ateismo politico sempre più diffuso nelle nostre latitudini e un’aggressiva secolarizzazione in tutti i campi dell’esistenza spingono ebrei e cristiani a unire i loro sforzi, affinché la dimensione religiosa non sia cancellata dalla vita pubblica, ma venga proprio là difesa con determinazione”. Lo afferma padre Norbert Hofmann, segretario della Commissione per i rapporti religiosi con l`ebraismo, in un intervento che l’Osservatore romano pubblica in occasione della Giornata dell`ebraismo nelle Chiese di Italia, Polonia, Austria e Paesi Bassi che cade domani.

“Il fatto che ebrei e cristiani possono far fronte comune nel dibattito pubblico riguardante i riti religiosi è stato mostrato dalla discussione accesasi recentemente in Germania sulla circoncisione, pratica che gli ebrei sono soliti effettuare l`ottavo giorno dalla nascita di un bambino maschio. Un tribunale di Colonia aveva emesso una sentenza di condanna contro la circoncisione di un bambino musulmano, con la motivazione che essa ledeva il bene del bambino. Al riguardo, ebrei, musulmani e anche cristiani hanno fatto sentire insieme la loro voce, così che, nel dicembre del 2012, il legislatore è stato costretto a emanare un ordinamento esplicitamente favorevole a tale rito religioso”, scrive il sacerdote tedesco.

Padre Hofmann sottolinea la attualità della dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II, relativa al rapporto dei cattolici con le altre fedi. “Né all`interno, né all`esterno della nostra Chiesa vi è motivo di rimettere in discussione o relativizzare il peso e il significato di questa dichiarazione”, scrive il responsabile vaticano in quello che sembra un implicito riferimento ai Lefebvriani. L’articolo di padre Hofmann è corredato da un’illustrazione di Emanuele Luzzati, mentre, in prima pagina, l’articolo di apertura relativo all’udienza del Papa è accompagnato da un’illustrazione di Marc Chagall.

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