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Giovanni Paolo II sarà santo a ottobre?

“I tempi saranno brevi: se non ce la faranno per il 2013, senz’altro Giovanni Paolo II sarà santo nel 2014”. Ne è convinto il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito della congregazione per i Vescovi ed ex collaboratore del Pontefice polacco.

A Wojtyla “sono attribuiti diversi miracoli, non uno soltanto. E non mi risulta che sia stato ancora scelto quello da sottoporre alla commissione medica”, ha detto il porporato a margine della presentazione dello spettacolo ‘Il Papa e il poeta’ che sarà in scena domani all’Auditorium Conciliazione. “Qualche mese fa ancora stavano studiandone tre o quattro per valutare quale poteva meglio conformarsi ai criteri molto rigidi di giudizio di quest’organismo scientifico che, ad esempio, preferisce non pronunciarsi se una malattia è stata curata con terapie che in casi simili si sono dimostrate risolutive. Dopo questo passaggio ci sarà l’esame dei cardinali e vescovi e infine l’approvazione definitiva del Papa”.

La canonizzazione di Papa Wojtyla in Polonia è data quasi per certa nell’attuale Anno della Fede, ad esempio il 16 ottobre 2013, 35esimo anniversario dell’elezione al Pontificato.

Interpellato sull’analogia tra Wojtyla, che perdonò Ali Agca, e Benedetto XVI, che ha perdonato il suo maggiordomo Paolo Gabriele, il porporato ha detto: “E’ difficile dire come si sarebbe comportato Giovanni Paolo II davanti al tradimento di un suo stretto collaboratore e allo scandalo che ne è derivato, perché non si può andare avanti in un ragionamento con i se, ma certo in lui c’era molto il senso del perdono, della misericordia”.

Scritto da Mimmo Muolo, giornalista di “Avvenire”, e diretto da Giacomo Migliorelli, lo spettacolo multimediale “Il papa e il poeta”, presentato stamane dal cardinale Re, propone “i versi poetici di Karol Wojtyla, scritti a partire dalla prima giovinezza e che anticiparono i punti fondanti del suo magistero di Papa: la persona umana, la morte, la sofferenza e l`amore”.
Giovanni Paolo II, ha detto da parte sua Muolo, “ha messo radici dove non pensavamo potessero fruttificare, la sua fede ha spostato le montagne, è stato un maestro di quella fede che sa coniugarsi con tutte le espressioni della vita e dunque anche con il teatro”.

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