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Sanctus Remus, belle canzoni e note stonate

Uno strano San Remo. Uno spettacolo musicale e di costume che si segue in tv ma i più snob con un occhio e una mano su pc o ipad. Un Festival ribattezzato Sanctus Remus dal popolo di twitter, che si scopre molto più vicino al piccolo schermo di quanto si potrebbe sospettare. San Remo, dicevamo.

Non era e non è facile salire su un palco nel mezzo di una rozza campagna elettorale, dopo la sconvolgente notizia dell’abdicazione papale e nel mentre le manette tornano a tintinnare minacciosamente. Eppure la coppia Fazio Litizzetto si è presentata con un grado di lievità giusta, misurata.

La musica anche, per una volta, non è affatto male. Gualazzi, Silvestri, Molinari: belle canzoni, sonoritá jazz, orecchiabili e raffinate. Poco spazio al superfluo. Tutto questo sino alla lunga parentesi di Maurizio Crozza. Il comico, bravissimo, è ormai consumato. Fra Ballarò e Crozza nel Paese delle meraviglie ha ripetuto il suo repertorio (di successo). Un conto però è l’effetto che fa su La7 e ben altro conto è l’effetto che fa a San Remo. Francamente, Silvio Crozza è sembrato più stonato di Marta sui tubi (che pure hanno suonato bene). La caricatura di Berlusconi è stata eccessiva e la reazione del pubblico lo ha segnalato.

In questa Italia che prova a distrarsi dalla sua Apocalisse quotidiana, ci si accontentava di qualche canzonetta. Sarebbero state solo canzonette, anche di gran qualità. Vogliamo un po’ di musica, per astrarci serenamente da una realtà angustiante. Questa edizione, questa prima serata, aveva tutti gli ingredienti. Poteva persino risparmiare il cachet di Crozza.

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