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Uniti per riformare l’Italia. Parla il ministro Passera

A distanza di quasi dieci giorni dal voto che disegnerà i nuovi equilibri della politica italiana, abbiamo incontrato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. L’occasione è quella di un dibattito promosso dalla fondazione Formiche e dedicato ai temi dell’innovazione. Prima di entrare nel merito di riforme come quelle varate dal suo dicastero (agenda digitale e start up), proviamo a riflettere sull’anno appena trascorso con la “strana maggioranza”.

Ministro, l’esperienza di questo governo di cui lei è stato protagonista lascerà qualche segno nel Paese o sarà spazzata via dalla campagna elettorale?

Sono convinto che abbia lasciato un segno profondo. Stiamo parlando di un Paese che ha ripreso in mano il suo destino e la libertà di costruire il proprio futuro superando, alla fine del 2011 e per tutto il 2012, una situazione di grande difficoltà. Un Paese che ha visto lavorare insieme governo, parlamento e parti sociali su dossier e su leggi difficilissimi, su riforme attese da anni, se non da decenni. Quindi, al di là di valutazioni da campagna elettorale, che lasciano il tempo che trovano, rimane l’esempio di un Paese che, quando è in difficoltà, sa mettersi insieme.

A sentire i candidati alle elezioni, la crisi sembra finita e si possono allargare i cordoni della borsa..

Certo, risulta strano constatare che, da qualche mese, ci si sia dimenticati tutti i problemi e si facciano promesse in libertà. Rimane però l’insegnamento che quando si è in vera difficoltà, lavorare insieme si può e si deve.

L’obiettivo della prossima della legislatura sarà quello della crescita che a sua volta rima con innovazione. Lei quale bilancio consegnerà al suo successore?

Abbiamo lavorato con grande impegno, nei limiti del tempo che abbiamo avuto a disposizione. Abbiamo puntato sulle startup, che sono un elemento fondamentale dell’innovazione. Questo tipo particolare di imprese – e lo dimostra l’esperienza americana, quella inglese, o quella israeliana – può svolgere un ruolo importante nel settore pubblico, in quello privato, e anche nel terzo settore. Aver creato un contesto normativo dedicato alle startup, dove il contratto di lavoro, le regole fiscali, il diritto fallimentare, la semplificazione burocratica sono disegnati intorno ai fabbisogni di chi vuole aprire una nuova azienda innovativa, è stato un passo in avanti importante per facilitare la nascita di nuove imprese e la creazione di occupazione. Poi c’è la grande innovazione dell’agenda digitale

Alcuni decreti attuativi non sono ancora arrivati in porto ed alcuni operatori temono che il processo possa fermarsi o rallentarsi.

Teniamo presente che la legge è stata approvata in dicembre e quindi si sta cercando di fare il più in fretta possibile. Due cose importantissime sono già state fatte: la costituzione dell’Agenzia Digitale e la nomina come suo direttore generale di una persona autorevole come l’ing. Agostino Ragosa. Anche lo statuto arriverà entro pochissimi giorni. Per quanto riguarda i vari decreti attuativi, alcuni di responsabilità nostra, altri di altri ministeri, abbiamo fatto un cronoprogramma molto preciso ed entro fine marzo contiamo di approvare quasi tutto.

Un suggerimento al prossimo governo perchè possa favorire la diffusione dell’innovazione?

Una delle cose di cui mi dolgo è di non essere riuscito a far approvare il credito d’imposta per le spese in innovazione, ricerca e sviluppo, poiché non sono state reperite le risorse, ma credo che chiunque andrà al governo debba metterlo tra le priorità, nei prossimi mesi.

Ministro, secondo lei nel futuro di questo Paese le riforme ci saranno ancora e proseguiranno?

Assolutamente sì, dovranno esserci. Chiunque governi.

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