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La versione e le perplessità di Pollari sul caso Abu Omar

“Senza tema di smentita continuo a ripetere che né io, né il Sismi da me diretto, abbiamo alcuna parte né morale né materiale in questa operazione, che non appartiene all`etica e alla morale della mia persona. Considero incettabili dal punto di vista culturale ed ideologico questo tipo di attività”. E’ quanto afferma l’ex direttore del Sismi, Nicolò Polari, condannato per il rapimento dell’ex imam di Milano Abu Omar da parte della Cia, in una intervista a Oltreradio.it.

“Non ho nulla da spartire con operazioni di questo tipo, che considero anche sbagliate dal punto di vista professionale, nel senso che non sortiscono gli effetti prefissati. L`aver dovuto opporre il Segreto di Stato alle accuse processuali, – aggiunge l’ex capo dell’intelligence militare – mi ha impedito di difendermi e copre la mia innocenza e quella del Servizio che dirigevo”.

Nella sua conversazione con Massimo Bordin, per Oltreradio.it, Pollari aggiunge: “Durante il mio mandato al Sismi ho impedito che si verificassero questo genere di episodi, rifiutandoli, ripeto rifiutandoli, quando taluno ha potuto avanzare ipotesi di lavoro in questa direzione. Se dicessi stupidaggini, mi dovrebbero smentire ben tre presidenti del Consiglio ai quali ho chiesto ripetutamente, anche negli ultimi dieci giorni, di essere sciolto dal Segreto di Stato”.

L`operazione del rapimento di Abu Omar fu, per il generale Pollari “un`operazione condotta in modo strano, che pone degli interrogativi, che lascia perplessi. Perché tutte quelle tracce lasciate? Non lo so, ma non mi sembra normale a fronte di operazioni di questo genere che ci si comporti in modo cosě dilettantesco eŕ forse tutto ciň ha delle motivazioni”.

Sollecitato a dare un parere sull`ipotesi che Abu Omar possa essere stato, a quell`epoca, un informatore dei servizi segreti egiziani e americani, Pollari ha risposto elencando una serie di fatti “che mi rendono perplesso” a cominciare dallo status di rifugiato politico di Abu Omar. “Qualcuno ha visto perché questo signore ha chiesto asilo politico?”, si chiede Pollari. “Esiste un documento dell`Autorità di Pubblica Sicurezza in cui Abu Omar chiede l`asilo politico. Io gli ho dato un`occhiata, era parte degli atti processuali. Sono indicate delle argomentazioni molto interessanti che potrebbero offrire alla sua ipotesi una qualche possibilità di approfondimento”.

“Rimango perplesso dopo aver letto sempre negli incartamenti giudiziari”, ha proseguito Pollari, “che Abu Omar sarebbe stato accolto al suo arrivo in Egitto da un`autorità politica del suo paese”, “poi questo suo entrare e uscire dalle carceri egiziane insomma”.

Alla domanda che chiedeva a Pollari se nella sua qualità di direttore del Sismi non avesse mai pensato di chiedere chiarimenti al suo allora omologo egiziano Generale Sulayman, recentemente scomparso, il Generale ha risposto. “Dirò il dicibile. In una conversazione salottiera fu Umar Sulayman che mi rivolse una domanda in merito. Cos`è questa storia di Abu Omar?, mi chiese. Lo chiedi a me?, gli risposi. Questi l`hanno portato a casa tua! Sono io che dovrei porti delle domande. Lui mi guardò e mi disse: Ti chiedo scusa, non volevo metterti in imbarazzo. Un giorno me lo dirai. Insomma la sua convinzione era che sulla questione ci fosse un`intesa dei Servizi con la Procura di Milano. Un accordo per fare una sceneggiata. Immagini”, ha proseguito Pollari, “il mio imbarazzo”, per concludere: “Tesi poi ampiamente smentita dalla realtŕ, visto che la Procura ha poi sostenuto la nostra colpevolezza”.

Nella corso della conversazione con oltreradio.it si è anche parlato della guerra in Iraq e della vicenda dell`Archivio segreto del Sismi e della presunta attivitŕ di dossieraggio illecito e di organizzazione di campagne di discredito a mezzo stampa.

Oltreradio.it, nei suoi approfondimenti sul caso Abu Omar a dieci anni dal suo rapimento, ha anche ascoltato il giudice Stefano Dambruoso, a quei tempi alla Procura di Milano, oggi Capo dell`Ufficio per il coordinamento dell`attivitŕ internazionale del Ministero della Giustizia”.

“Io facendo le indagini su Abu Omnar”, ha detto Dambruoso, “non ho mai percepito la possibilità che lui fosse un doppiogiochista, al contrario si percepiva chiaramente che fosse tra i più attivi elementi di una cellula smantellata integralmente dopo pochissimo. Proprio lui non fu fermato a causa della “rendition” che finì per evitarne l`arresto. Detto in obiettività”, ha proseguito Dambruoso, “non posso perň escluderlo visto che chi č borderline, come questo tipo di personaggi, certamente con i servizi di casa propria, potrebbe aver avuto dei contatti leggibili nel senso di una possibile collaborazione”.

A Stefano Dambruoso è stato chiesto, nella sua conversazione con oltreradio.it, un giudizio sulla denuncia dell`organizzazione di George Soros “Open Society Foundation” che, nel suo ultimo studio in tema di rapimenti e torture CIA, sostiene che il caso Abu Omar sia solo la punta dell`iceberg nella collaborazione che l`Italia ha offerto al programma americano delle “extraordinary rendition”.

Almeno in 46 casi, si legge nel rapporto, gli aerei CIA per trasporto detenuti avrebbero fatto sosta nel nostro Paese. “Francamente non ne ho mai avuto diretta cognizione”, ha detto Dambruoso, “ma, se le fonti di Soros fossero fonti dell`intelligence americana non posso escluderlo. Francamente non conosco i dettagli, posso solo dire, essendo stato un operatore della sicurezza, che potrebbe essere stato possibile che aerei della CIA abbiano utilizzato basi americane in Italia. Questo, pur non avendone le prove, non possono escluderlo”.

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