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Che cosa succede agli F35

La decisione del Pentagono di lasciare a terra l’intera flotta degli F-35 non farà ricredere scettici e contrari all’acquisto dei caccia. Il dipartimento della Difesa ha deciso di sospendere i voli per la scoperta di una rottura in una turbina durante un controllo di routine. Il 19 febbraio, un’ispezione ha rivelato una frattura alla lama di una turbina a bassa pressione del motore montato su un velivolo F35 da test, ha spiegato il Pentagono.

“Come misura precauzionale tutte le operazioni di volo degli F-35 sono state sospese fino a quando i controlli non saranno completati”, si legge nel comunicato del Pentagono, “è ancora presto per conoscere l’impatto sull’intera flotta. L’ufficio per il programma congiunto F-35 sta lavorando assieme a Pratt & Whitney e Lockheed Martin per garantire l’integrità di tutti i motori e per poter riprendere i voli in tutta sicurezza il prima possibile”.

Secondo problema in meno di un mese a uscire allo scoperto dopo il rapporto della Difesa in cui si affermava che il caccia multiruolo è vulnerabile ai fulmini. Come ricorda Bloomberg, quello degli F-35 è il programma d’arma più costoso del Pentagono. I costi hanno continuato a lievitare negli anni ed è sono ora oltre i 395 miliardi di dollari per 2.443 velivoli, un aumento del 70 per cento rispetto al 2001.

Ancora giovedì a margine dell’incontro Nato di Bruxelles il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, aveva difeso l’acquisto degli F-35, contestato durante la campagna elettorale. “Questo governo ha già fatto una riduzione molto importante” e strutturale delle spese, ha detto il ministro sottolineando che “in uno dei grandi paesi dell’Alleanza in Europa, non si può parlare confrontandosi, con tutto il rispetto, col Costarica”.

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