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Sondaggi e guida al voto nel Conclave

Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo l’articolo di Andrea Bevilacqua apparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

Nella Domus di Santa Marta stanno lavorando alacremente per schermare l’edificio e permettere che nessun segnale possa entrare e carpire eventuali parole, mail, mezze frasi o anche leggeri sospiri dei padri chiamati a eleggere il 266esimo successore di Pietro. La bonifica degli ambienti per scoprire eventuali “cimici” è un passaggio rilevante di questo lavoro compiuto oggi dagli uomini della gendarmeria vaticana. Ma il Vaticano sa bene che dal tragitto che collega Santa Marta alla Sistina, i cardinali, se vogliono, hanno la possibilità di comunicare con l’esterno. Così è arrivata la scure, ovvero la dichiarazione ufficiale che qualunque cardinale si permetterà anche solo di twittare verrà scomunicato. Di per sé comunque il rischio è basso. La maggior parte dei porporati che ha un account twitter, infatti, lascia che a gestirlo sia un suo aiutante. Molti di questi cardiali, infatti, non sanno nemmeno cosa sia Twitter seppure dal proprio profilo escano link di omelie, citazioni evangeliche etc.
La confisca del cellulare

In ogni caso, spiega monsignor Juan Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio consiglio per i testi legislativi, i cardinali non potranno entrare in Conclave con il telefono cellulare, che “verrebbe confiscato”. Arrieta ha spiegato ancora che le sanzioni sono molto pesanti e sono previste dalla Costituzione apostolica “Universi dominici gregis”, il testo che regola l’elezione del Pontefice. Dice: “Ci sono più scomuniche latae sententiae (cioè immediate e automatiche, ndr) previste in questo documento che in tutto il codice di diritto canonico”.

Le votazioni in programma e i dettagli sulla scheda

Il primo giorno è prevista una sola votazione. Sono previste, poi, quattro votazioni al giorno, due al mattino e due nel pomeriggio. Per quanto riguarda la scheda, questa ha una forma rettangolare. Nella parte superiore, possibilmente a stampa, compaiono le parole: “Eligo in Summum Pontificem”. Nella metà inferiore il cardinale scrive il nome dell’eletto. La compilazione delle schede deve essere fatta segretamente da ciascun cardinale elettore che scriverà chiaramente, con grafia quanto più possibile non riconoscibile, il nome di chi elegge.

I requisiti per la validità del voto

L’unica modifica alla Costituzione Universi Dominici Gregis è stata introdotta da Benedetto XVI, nel 2007, con il Motu proprio De Aliquibus mutationibus in normis de eletione Romani Pontifici, che ripristina, in tutte le votazioni, il quorum dei due terzi per un’elezione valida. Dopo il 34.mo scrutinio (o 35.mo se si è votato anche il giorno dell’apertura del Conclave) si procede al “ballottaggio” tra i due cardinali che hanno ottenuto il maggior numero di suffragi nella votazione precedente. Affinché l’elezione sia valida, è sempre necessaria la maggioranza di almeno due terzi dei votanti.

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