In una intervista al Corriere della Sera, padre Georg Ratzinger, fratello del pontefice, sottolinea che la scelta di Benedetto XVI è stata “ispirata da Dio”, un “atto di responsabilità”, assicurando che ora non sarà “un Papa ombra” e che “non desidera mettere in difficoltà il suo successore”.
Le dimissioni di Benedetto XVI non sono state una “rivolta contro la tradizione” e nemmeno una “sconfitta personale”, continua padre Ratzinger, perché “nella vecchiaia l’uomo perde tante capacità, è una frattura della vita che ci impedisce di fare quello che prima era normale. La guida della Chiesa richiede qualcuno che sia in possesso di tutte le sue energie perché ci sono tante domande a cui bisogna rispondere”.
“Il suo incarico pubblico è finito e al centro della sua vita futura ci sarà soltanto la responsabilità verso Dio e la meditazione. Credo che però continuerà a chiamarsi Benedetto XVI”. Ma non andrà, dice, a Roma in questi ultimi giorni del papato, “preferisco raggiungerlo nella settimana pasquale. Ma resterò a Regensburg e anche mio fratello non si muoverà perché ha bisogno di restare un po’ appartato. Andrò a trovarlo qualche volta”.
Di Papa Ratzinger il fratello tiene a sottolineare che “la definizione Panzerkardinal non aveva assolutamente a che fare con lui, non è di acciaio, è un uomo molto sensibile”.
E per la successione “serve un uomo profondamente radicato nella fede, che protegga e abbia un grande rispetto per i deboli ma anche realista”. E “avrà bisogno di una grande energia” e per padre Georg “forse andrebbe scelto un uomo più giovane”.
