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L’Ayatollah Khamenei respinge i negoziati tra Iran e Stati Uniti

pasdaran, Khamenei

La Guida suprema iraniana, l’Ayatollah Khamenei, ha gelato gli Stati Uniti respingendo l’offerta statunitense di colloqui bilaterali sul controverso programma nucleare di Teheran, almeno finché Washington continuerà a imporre sanzioni contro l’Iran. Il rifiuto – si legge su Business Insider – arriva inaspettato, vista la piega positiva che sembravano aver preso i negoziati.

“Voi – ha detto Khamenei rivolgendosi agli americani – vorreste discutere, mentre tenete una pistola puntata contro l’Iran. La nostra nazione non sarà intimidita da questo comportamento”. L’Ayatollah è una voce autorevole e rispettata, che con queste parole complica non poco rapporti già tesi e ha inoltre l’ultima parola su tutte le questioni chiave della repubblica islamica, incluse le attività sensibili del nucleare iraniano e la politica estera.

“Io non sono un diplomatico, ma un rivoluzionario” ha aggiunto. “Le politiche degli Stati Uniti in Medio Oriente hanno fallito e gli americani hanno bisogno di una mano vincente. Che sta portando l’Iran al tavolo dei negoziati.”

Parlando la settimana scorsa alla Conferenza sulla Sicurezza a Monaco, il vice Presidente americano Joe Biden aveva riaperto una breccia, dichiarando gli Stati Uniti disponibili a incontri bilaterali per risolvere il problema del nucleare iraniano, purché venissero fissati dei punti condivisi nell’agenda da discutere.

Evidentemente le posizioni dei due stati sono ancora troppo distanti, dal momento che le osservazioni di Khamenei sono arrivate un giorno dopo il rafforzamento, da parte degli Stati Uniti, delle sanzioni contro l’Iran per soffocare ulteriormente i proventi iraniani derivanti dalla vendita del petrolio.

I due nemici sono bloccati in una prova di forza incentrata sulle ambizioni nucleari di Teheran, che si basano sul sospetto che tra gli obiettivi militari della repubblica islamica vi possano essere l’Occidente e Israele, nonostante l’Iran abbia sempre smentito tali accuse. Di fatto, i normali rapporti diplomatici tra Washington e l’Iran sono interrotti da tempo, da quando nel 1980 la presa dell’ambasciata americana a Teheran portò 52 diplomatici americani ad essere presi in ostaggio da studenti islamici.

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