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Scadenze in vista per i lefebvriani

E’ un cortese, ma irremovibile, ‘no comment’, quello che filtra dall’ufficio stampa dei lefebvriani a Parigi, in merito alla notizia che, prima della rinuncia al soglio petrino da parte di Benedetto XVI, la Santa Sede potrebbe chiudere l’annoso negoziato con gli ultra-tradizionalisti e farli rientrare nel seno della Chiesa cattolica.

Dopo la lettera “personale” inviata lo scorso dicembre ai lefebvriani dall’arcivescovo statunitense Augustin Di Noia, segretario della commissione Ecclesia Dei, una nuova missiva datata otto gennaio ha raggiunto il superiore della Fraternità, il vescovo Bernard Fellay. Il documento – firmato dall’arcivescovo Gerhard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e presidente della stessa Ecclesia Dei – pone per la prima volta ai lefebvriani dei termini temporali.

L’esistenza della lettera è stata confermata dall’abate Claude Barthe, in un’intervista apparsa su ‘Present’ e riportata dal sito ‘Vatican Insider’: “Tutti sanno ormai che la Commissione Ecclesia Dei ha inviato una lettera al vescovo Fellay l`8 gennaio e che si aspetta una risposta da lui il 22 febbraio, il giorno della festa della Cattedra di San Pietro. In questo giorno, 22 febbraio, potrebbe essere datata la costituzione della prelatura San Pio X. Questo rappresenterebbe la vera conclusione del pontificato di Benedetto XVI: la riabilitazione di monsignor Lefebvre. Potete immaginare che rombo di tuono e anche, indirettamente, quale peso nell’orientamento degli eventi di marzo”, cioè del conclave.

L’ufficio stampa dei lefebvriani a Parigi non commenta la notizia. Nessuna nota ufficiale, solo un commento a mezza bocca: “L’abate Barthe parla a titolo personale”.

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