Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

I numeri del budget cinese per Difesa e sicurezza interna

È servito appena un giorno per sapere che le spese militari cinesi cresceranno quest’anno del 10,7 per cento. Il bilancio sarà di 720 miliardi di yuan, pari a circa 90 miliardi di euro, è stato annunciato oggi all’apertura dell’Assemblea nazionale del popolo, in controtendenza rispetto agli anni precedenti quando il bilancio era comunicato alla vigilia.

Per fare un paragono con il vicino Giappone, contro cui Pechino è impegnata in una disputa territoriale per il controllo delle isole Senakaku Diaoyu (a seconda dei toponimi nipponico o cinese), il budget per la difesa sarà tre volte quello di Tokyo.

I numeri evidenziano l’attenzione della Repubblica popolare e del governo non soltanto per le dispute che la oppongono al Sol Levante nel mar cinese orientale e a Filippine e Vietnam in quello meridionale. Sullo sfondo c’ è anche il rinnovato interesse statunitense verso la regione pacifica.

L’Asia come perno della nuova strategia Usa, secondo l’idea dell’ex segretario di Stato, Hillary Clinton, e anche del nuovo numero uno della Difesa, Hagel, nonostante i rischi per i programmi del Pentagono dovuti ai tagli lineari entrati in vigore per il mancato accordo sulla riduzione del deficit. Minore attenzione invece sembra prestargli il nuovo capo della diplomazia di Wasghington, John Kerry, che ha scelto di iniziare il proprio mandato dall’Europa e dal Medio Oriente.

I numeri

L’aumento del bilancio per la Difesa è l’ennesimo a doppia cifra. Fermi restando i dubbi degli esperti sulla veridicità delle cifre ufficiali fornite da Pechino e l’inclusione nel bilancio anche delle spese per la protezione civile, il budget militare rimarrà però sotto i 769 miliardi di yuan stanziati per la sicurezza interna.

I confronti

“La spesa militare è ragionevole. Serve per la crescita della nazione e per difendere il Paese e gli interessi nazionali”, ha detto il tenente generale Qin Weijiang della Regione militare di Nanchino citato dal britannico Telegraph. Secondo Andrew Erickson, dello Us Naval War College, la crescita delle spese militari cinesi appare inoltre meno impressionante se aggiustata all’inflazione: più o meno attorno 3,1 per cento sia nel 2010 sia nel 2011.

Il ruolo degli Usa

Certo la preoccupazione per gli Usa resta. “Forse contenere la Cina non è l’unico obiettivo delle politica verso oriente di Obama, ma la Cina sta avendo più influenza che in passato”, scrive Liu Aming dell’Accademia per le scienze sociali di Shanghai in un commento sul filogovernativo Global Times ricordando il dialogo di Washington con Paesi che potrebbero servire in chiave di contenimento: Giappone, India, Australia e Corea del Sud. “Questa strategia non è cambiata neanch e dopo decenni di relazioni diplomatiche” aggiunge concludendo che entrambi i Paesi si influenzeranno a vicenda e sottolineando come la strategia cinese “non porterà e non dovrà portare la regione verso una nuova Guerra Fredda”.

×

Iscriviti alla newsletter