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Pyongyang rompe i patti di non aggressione

Non c’è alcun segno di distensione nella penisola coreana. Al contrario, la Corea del Nord ha stracciato tutti gli accordi di non aggressione con il Sud in risposta alle sanzioni approvate ieri all’unanimità (quindi Cina compresa) dal Consiglio di sicurezza Onu per il test nucleare dello scorso 12 febbraio.

I patti abrogati

A dare l’annuncio è stato un comunicato del comitato per la Riunificazione della Corea, diffuso dall’agenzia ufficiale Knca. Sarà quindi abrogato il patto siglato nel 1991 che regola la risoluzione pacifica delle dispute per prevenire scontri militari. Incidenti che nel passato recente non sono mancati, basti pensare all’affondamento della corvetta Cheonan nel marzo del 2010, costato la vita a 46 marinai, e il bombardamento contro l’isola di Yeongpyeong a novembre dello stesso anno. Sarà inoltre tagliata la linea di comunicazione diretta, attiva dal 1971. Una minaccia peraltro reiterata diverse volte già in passato. Dichiarata nulla anche la dichiarazione congiunta sulla denuclearizzazione data 1992.

La rottura nei rapporti Nord-Sud

“I pupazzi sudcoreani pianificano con il sangue agli occhi l’invasione della Repubblica democratica popolare di Corea in combutta con gli Stati Uniti”, si legge nel comunicato, sottolineando l’irreparabile rottura dei rapporti Nord-Sud, che potrebbe sfociare in un immediato conflitto nucleare e minacciando di rispondere senza pietà alla minima intrusione nel proprio territorio.

Le esercitazioni sudcoreane-Usa

Le esternazioni riprendono le minacce dei giorni scorsi circa l’ipotesi di disconoscere dall’11 marzo l’armistizio del 1953, che in mancanza di un accordo di pace regola i rapporti tra Seul e Pyongyang. Mentre continuano le annuali esercitazioni congiunte sudcoreano-statunitensi che andranno avanti sino al 30 aprile e coinvolgono almeno 10mila truppe Usa.

I timori della presidentessa sudcoreana

“La situazione è molto pericolosa”, ha detto oggi la presidentessa sudcoreana Park Geun-hye, insediatasi appena due settimane fa dopo una campagna elettorale incentrata sulla politica della fiducia rivolta verso Pyongyang, ossia di dialogo seppur condizionato, e che ora si impegna a reagire con risolutezza contro nuove provocazioni nordcoreane. Più dura la reazione del portavoce della Difesa di Seul che minaccia di “far scomparire dalla Terra” il regime nordcoreano in caso di attacco nucleare.

I rischi di incomprensioni

“La strategia e il piano d’azione nordcoreano impongono che debbano fare qualcosa”, ha detto Daniel Pinkston dell’International Crisis Group citato dal Guardian. Secondo l’analista l’annuncio nei giorni scorsi dell’istituzione di una zona di interdizione al volo e alla navigazione potrebbe far prefigurare nuove esercitazioni. Tuttavia, continua, “il rischio è che ci siano incomprensioni e calcoli fatti male della situazione. Il comunicato rende questo processo più veloce”.

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