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L’omelia di Papa Francesco

Con la messa di intronizzazione a piazza San Pietro di Jorge Bergoglio ha ufficialmente inizio  il pontificato di Papa Francesco, che colma il posto che è stato di Benedetto XVI e stringe in un abbraccio di “tenerezza” la Chiesa.

L’omelia

Papa Francesco ha iniziato l’omelia a San Pietro con voce emozionata, offrendo un pensiero al suo predecessore, Benedetto XVI: “Ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa di inizio del ministero petrino nella solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale: è una coincidenza molto ricca di significato, ed è anche l’onomastico del mio venerato predecessore: gli siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e di riconoscenza”.

Il Papa ha portato l’esempio di San Francesco di Assisi: “Avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”, “custodire la gente, aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.

“L’odio – ha proseguito Bergoglio – l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!”.

“Quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli – ha detto ancora – allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia, purtroppo, ci sono degli ‘Erode’ che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna”.

Poi l’appello ai potenti: “Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo ‘custodi’ della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!”.

Il ministero del “nuovo Vescovo di Roma, Successore di Pietro”, ha continuato, “comporta anche un potere”, ma “il vero potere è il servizio” e “anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio” e “accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli”.

“Nella seconda Lettura – ha detto Papa Francesco – San Paolo parla di Abramo, il quale ‘credette, saldo nella speranza contro ogni speranza’. Saldo nella speranza, contro ogni speranza! Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza. Custodire il creato, ogni uomo e ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio”.

Ha toccato il cuore di tutti Papa Francesco quando ha invitato a non avere paura della “bontà, anzi neanche della tenerezza”, a “vedere la luce della speranza”, a stare accanto ai più deboli. Ha concluso l’omelia chiedendo ai fedeli di pregare per lui.

Viva il Papa

Al termine della cerimonia, la folla ha acclamato Francesco al grido: “Viva il Papa”. Migliaia di fedeli hanno seguito in silenzio la celebrazione nel colonnato berniniano mentre alla fine della cerimonia un applauso spontaneo e fragoroso ha salutato il Santo Padre. Scene di giubilo, sventolio di bandiere e abbracci tra i fedeli hanno sancito la fine delle celebrazioni.

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