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Per Papa Francesco una festa francescana a San Pietro

Papa Francesco fa un cenno con la mano. Ferma la jeep con la quale sta facendo il giro di Piazza San Pietro. Scende. Ci sono gli infermi, lì di fianco, in attesa. Il Santo Padre si avvicina, ne accarezza uno in barella.
Lo saluta, lo benedice. “Il Pontefice tra gli ultimi, è meraviglioso”, dice commosso il volontario che lo accompagna. E’ il manifesto del vescovo di Roma, così si definisce, ancora una volta, nell’omelia. E’ ciò che scalda i cuori dei fedeli. Sono in migliaia a Piazza San Pietro per la messa di inizio del ministero petrino. Tra 150 e 200mila, secondo fonti del Vaticano.

Sono arrivati presto, già alle prime ore del mattino. Hanno atteso, pazienti, l’apertura dei varchi, alle 6.30. Hanno fatto i controlli, rafforzati per l’occasione. Metaldetector, ispezione di zaini e borse. Poi, una lunga corsa verso la piazza, per assicurarsi i posti migliori. Ci sono giovani, adulti, anziani, infermi. Famiglie con bambini e religiosi. Portano bandiere e striscioni multilingue. C’è chi arriva dall’Europa, la Francia, la Spagna, il Regno Unito, il Portogallo, la Polonia, la Germania. Chi dagli Stati Uniti, dalla lontana Australia. E poi dall’Asia, l’India, l’Indonesia. La Cina e il Giappone. C’è tanta Africa. E l’America latina, dal Messico, giù fino al Cile, l’Uruguay, il Brasile.

Ma i più numerosi, con gli italiani, sono gli argentini. Hanno bandiere, sciarpe e striscioni. Indossano la maglia della nazionale di calcio, il nome di Aimar, Messi, Maradona sulle spalle, in una strana commistione tra sacro e profano che va oltre la passione di un Papa che ama il calcio e fa il tifo per il San Lorenzo. Tocca la fede.

C’è chi ascolta in silenzio, chi prega, chi commenta a bassa voce con il vicino di posto. Chi attende in piedi, chi siede per terra. Chi legge il vangelo. Una platea composta e commossa, partecipe e interessata. Entusiasta, nella sua fede piena di compassione e francescana moderazione, a immagine e somiglianza del nuovo Pontefice. Convinta di avere trovato in Papa Francesco un nuovo “pastore”, un uomo tra gli uomini, “il cui vero potere è il servizio”, l’accoglienza “dei più poveri, i più deboli, i più piccoli”.

E così, al suo arrivo in piazza non è strano vedere il Santo Padre accarezzare i disabili, baciare i bambini. Lo accompagna il saluto della gente, l’applauso sentito della folla. La jeep bianca del Vaticano lo conduce fino all’altare, allestito sul sagrato. Di fianco, in attesa, ci sono già gli oltre 30 capi di Stato che assisteranno alla messa, tra cui Giorgio Napolitano e la presidente argentina Cristina Kirchner. E poi le delegazioni internazionali, gli ecclesiastici e i cardinali non concelebranti, le altre autorità civili e religiose.

Gli occhi di tutti, compresi quelli delle centinaia di giornalisti accreditati, sono rivolti al sagrato. Alle 9.30 inizia la celebrazione. L’omelia del Papa è interrotta dodici volte dall’applauso dei fedeli. Le parole del Santo Padre toccano le corde del cuore. “Scende tra i fedeli, mostra umiltà. Ricorda Giovanni Paolo II. Si avverte aria di rinnovamento nella Chiesa”, spiega Carlos Padilla, teologo messicano, per anni a Buenos Aires. “La Chiesa è viva, non ha paura. E’ un Papa che sta con la gente, tra la gente. Che chiede di pregare per lui. Che dà l’esempio”, commenta Solvakami, che arriva dal sud dell’India.

Intanto, la messa è finita, Papa Francesco saluta, la gente lascia San Pietro. I grandi della terra vanno a rendere omaggio al Pontefice. Bergoglio ascolta in silenzio Mugabe, il controverso presidente dello Zimbabwe accusato di violazioni dei diritti umani. Si dilunga, il cerimoniale lo invita a lasciare spazio a chi lo segue. Se ne va, mentre anche il sole va via, il cielo si oscura al passaggio di una nube. Almeno per un po’. Ma il giovane Luis, che a Buenos Aires è di casa e a Roma è venuto proprio per vedere il Papa, non ha dubbi: “per la Chiesa c’è una luce nuova, è l’inizio di un nuovo giorno”.

Di Corrado Accaputo (TMNews)

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