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Ai piloti aerei europei cala la palpebra troppo spesso

volo

Il 70% dei piloti aerei ha ammesso errori in cabina dovuti all’eccessiva stanchezza. “Lo riferiscono i sondaggi della categoria e, per l’ennesima volta, lo testimonia il recente di colpo di sonno a un pilota su un volo Londra-Los Angeles di Air New Zeland. Un fenomeno che non è isolato e mette in pericolo la sicurezza del trasporto aereo”. A denunciare il problema è Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus.
E al suo allarme si aggiunge quello del comandante Giovanni Galiotto, presidente dell’Anpac, l’associazione dei piloti dell`aviazione commerciale, che lamenta come il regolamento che l’Easa-European Aviation Safety Agency sta modificando contiene, invece, norme che estenderanno ulteriormente i tempi di volo degli equipaggi.

“In Europa la fatica dei piloti aerei è una realtà. La loro stanchezza contribuisce al 15-20% di tutti gli incidenti mortali di volo causati dal fattore umano e gli scienziati hanno avvertito che gli effetti di grave affaticamento in cabina sono paragonabili a quelli provocati dall’alcool. Mentre l’alcool è proibito nel trasporto aereo, la fatica dei piloti è tollerata”, ha detto Peverini ricordando che “i sondaggi mostrano che oltre il 70% dei piloti ha riconosciuto errori dovuti alla fatica e almeno metà ha ammesso di essersi appisolato nel pozzetto di comando senza notificarlo al collega”.

Il comandante Galiotto, presidente dell’Anpac, ha sottolineato che “il fenomeno `pilot fatigue` si realizza dopo una serie di turni di volo in cui il ciclo sonno-veglia viene alterato, di alternanza di fusi orari est/ovest, di notti passate in volo o di cicli ripetuti di sveglie molto presto, determinando un decadimento delle prestazioni, della vigilanza e della reattività senza esserne consapevoli. In casi estremi tale stanchezza può portare ad addormentarsi profondamente”.

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