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Così Fitch infastidisce Obama

Fitch ha parlato ancora. E questo oracolo difficilmente dà buone notizie. Ma il presidente Barack Obama, nonostante il programma di riduzione della spesa pubblica e il conseguente annuncio dell’agenzia di rating, può sperare in numeri comunque positivi per il futuro, ben lontani da quelli che attendono il Vecchio Continente.

Fitch ha infatti tagliato le stime di crescita degli Usa per il 2013, mentre mantiene invariate le previsioni per il 2014. Quest’anno l’economia Usa, secondo l’agenzia, crescerà dell’1,9%, in calo dalla precedente stima del 2,3%. Per l’anno prossimo il Pil vedrà un rialzo del 2,8%, come stimato in precedenza.

La solidità del sistema bancario

La ripresa dell’economia è resa possibile da un sistema creditizio solido, almeno finché la Fed proseguirà nel suo piano di QE, e tornato a finanziare le imprese nel pieno degli investimenti. Le banche “hanno continuato a migliorare la loro capacità di affrontare uno scenario estremamente avverso e collettivamente hanno una posizione di capitale molto più solida rispetto a quella precedente alla crisi finanziaria” del 2008, ha spiegato la Fed di Ben Bernanke.

La ripresa del mercato immobiliare

Le immissioni di liquidità della Federal Reserve di Ben Bernanke nell’economia reale stanno permettendo una buona ripresa dopo anni di seria depressione: “Gli autosaloni sempre più pieni e il crescente numero di americani che partecipano agli eventi organizzati dagli agenti immobiliari confermano il messaggio trasmesso dalle statistiche su Bloomberg: le prospettive economiche degli Stati Uniti sono in costante miglioramento. Tutti siamo a conoscenza del crollo del mercato immobiliare che ha interessato gli Stati Uniti e dell’economia globale in recessione. Oggi l’America sta portando l’economia globale fuori dalla crisi e il settore immobiliare sta dimostrando di essere un fattore determinante”, spiega Cormac Weldon, Responsabile Azionario USA in Threadneedle Investments.

Gli effetti su tutta la filiera

La ripresa del mercato immobiliare si riflette in tutta l’economia: “La spesa per i beni durevoli, per esempio, che è strettamente correlata al settore immobiliare ed è scesa al livello più basso dalla Seconda Guerra Mondiale, dovrebbe aumentare ulteriormente con implicazioni positive per i concessionari di automobili, la logistica e le società di autotrasporto – prosegue -. Inoltre, il miglioramento nel settore delle costruzioni darà una spinta al segmento della popolazione che ha sofferto di più durante la “Grande Recessione”, vale a dire gli americani con basso reddito, dal momento che molti di loro lavorano nel settore delle costruzioni o in settori correlati ad esso, come gli autotrasporti”.

Il calo della disoccupazione

Intanto il governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, comincia a raccogliere i frutti del suo duro, e costosissimo, lavoro. Arrivano infatti segnali positivi dal mercato del lavoro americano a febbraio, che prosegue sulla via di una lenta, ma costante ripresa. Il mese scorso sono stati creati 236.000 posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione è calato al 7,7%, il minimo dalla fine del 2008. Il dato è nettamente migliore rispetto alle previsioni: gli analisti attendevano 160.000 nuovi salariati e un tasso di disoccupazione in calo al 7,8%, dal 7,9% del mese precedente.

Il record di Wall Street

E i riflessi dei passi avanti fatti nell’economia reale si riflettono anche in Borsa. Ieri Wall Street ha nuovamente chiuso in rialzo facendo ritoccare per l’ennesima volta il recordo storico al Dow Jones, che ha guadagnato lo 0,58% e chiuso a quota 14539,29; il Nasdaq e’ cresciuto dello 0,43% a 3258,93 punti.

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