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La strategia della Cia tra Iraq e Siria

La Cia sta intensificando il sostegno alle truppe d’élite irachene nel contrasto al rischio che la guerra civile siriana si diffonda anche in Iraq. Secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, l’intelligence Usa ha aumentato la presenza in territorio e in particolare la collaborazione con il servizio anti-terrorismo CTS, forza speciale che risponde direttamente al primo ministro Nouri al Maliki.

La principale minaccia sono i legami tra la galassia qaidista in Iraq e il gruppo siriano Jabhat al Nusra, una delle milizie d’opposizione al presidente Bashar al Assad, basato nel nord della Siria e iscritto lo scorso dicembre dal dipartimento di Stato Usa nella lista delle organizzazioni terroristiche.

Come ricorda Business Insider sulla stampa statunitense non sono mancati i riferimenti al coinvolgimento dell’agenzia al confine con la Siria. Lo scorso giugno il New York Times riferiva di agenti nel sud della Turchia intenti a gestire i gruppi ribelli per decidere quali potessero essere armati e quali no. A dicembre fu invece la National Public Radio a riferire di operazioni Cia per l’addestramento dei gruppi in Giordania sull’identificazione di armi chimiche.

Il ruolo della Cia in territorio iracheno era invece in calo dopo il ritiro delle truppe nel 2011, quando fu avviata una riduzione di circa il 40 per cento dei 700 membri del personale nella sede di Baghdad, spiega un funzionario della Difesa citato dal quotidiano del gruppo Murdoch.

Il rinnovato interesse statunitense in Irak, scrive il WSJ, è dovuto sia all’obiettivo di limitare il ruolo diretto di Washington nel conflitto siriano sia all’attivismo qaidista nel Paese. Il braccio iracheno di al Qaida ha rivendicato l’uccisione di 48 soldati siriani nell’attacco del 4 marzo scorso nella provincia irachena di Anbar. I soldati, fedeli ad Assad, erano riparati in Iraq dopo l’attacco dei ribelli siriani al valico di frontiera di Yarubiya.

Jabath al Nusra è considerato uno dei principali gruppi ribelli nelle aree di confine siriano con Turchia e Irak. Il mese scorso il consigliere iracheno per la sicurezza nazionale, Faleh al Fayyad, ha spiegato come ogni mese siano circa 300 i guerriglieri islamisti che passano la frontiera per unirsi alla lotta contro Assad, molti dei quali veterani islamisti dall’Iraq, Paese che nel lungo termine potrebbe ridiventare un loro obiettivo con nuovi tentativi di destabilizzazione.

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