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Quirinale: come e quando si vota per il nuovo presidente della Repubblica

Per eleggere il dodicesimo presidente della Repubblica italiana, bisognerà attendere fino al 18 aprile. E’ in questa data che avverrà la prima votazione del Parlamento in seduta comune. Lo fa sapere una nota di Montecitorio che spiega anche cosa avverrà prima del voto.

Lunedì 15 aprile la presidente della Camera, Laura Boldrini, in qualità di presidente del Parlamento in seduta comune, provvederà “a diramare la convocazione prevista dal secondo comma dell’art. 85 della Costituzione per l’elezione del nuovo capo dello Stato. Su invito del presidente della Repubblica e sentito il presidente del Senato, la seduta del Parlamento, integrato dai delegati regionali, potrà avere luogo già a partire da giovedì 18 aprile – spiega la nota – confidando che gli adempimenti relativi alla designazione da parte delle Regioni dei propri delegati si svolgano con la massima tempestività”.

Come si vota
Come recita l’articolo 83 della Costituzione, “il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato. L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”.

Le maggioranze

La maggioranza qualificata nelle prime tre votazioni è stata introdotta per assicurare un consenso il più possibile esteso intorno a una figura di garanzia come quella del capo dello Stato. Nelle votazioni successive basta la maggioranza assoluta. L’assemblea in seduta comune è composta da 1007 grandi elettori, quindi per arrivare ai due terzi occorrono almeno 671 voti. I voti del centrosinistra (495), M5S (164), e Scelta Civica (71), sarebbero quindi abbastanza.

Dimissioni in vista per Napolitano?
La scadenza naturale del mandato di Giorgio Napolitano è il 15 maggio ma secondo alcune indiscrezioni l’attuale capo dello Stato potrebbe dimettersi prima per accelerare il lavoro del suo successore, chiamato a risolvere l’impasse istituzionale sul nuovo esecutivo.

La partita tra Pd e Pdl
Nella conferenza stampa di ieri a Largo del Nazareno, Pierluigi Bersani ha fatto sapere di essere disponibile a una “larghissima convergenza” per eleggere il capo dello Stato, aprendo di fatto a Silvio Berlusconi. Il Pdl ha più volte sottolineato la necessità che sul Colle sieda un moderato. Il timore per il partito del Cavaliere è che Pd, M5S e Scelta civica possano convergere sul nome di Romano Prodi, che potrebbe quindi facilitare il passaggio di Bersani a Palazzo Chigi.

Le consultazioni on line grilline
Come con i parlamentari, il Movimento 5 Stelle aprirà sul web delle consultazioni per far emergere il candidato grillino al Quirinale. Sul blog del comico, si legge che “la proposta dei candidati verrà effettuata da tutti coloro abilitati al voto l’11 aprile dalle 10 alle 21. La votazione successiva sui primi 10 candidati selezionati si terrà sul sito beppegrillo.it due giorni prima della votazione in aula sempre dalle 10 alle 21”.
Per votare, le persone devono aver inviato il documento digitalizzato alla pubblicazione dell’articolo ed essersi iscritte al Movimento 5 Stelle entro il 31/12/2012.

Una donna al Quirinale
Nel totonomi che impazza in questi giorni, si fa strada anche quello di Emma Bonino, la preferita nei sondaggi tra gli italiani. Sarebbe la prima donna a salire al Colle. Su quest’ipotesi è dedicato il Buongiorno di Massimo Gramellini oggi sulla Stampa: “Una saggia al Quirinale”.

 

 

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