Gli Stati Uniti si stanno dotando di una nuovo sistema laser capace di abbattere droni, accecare i sensori da ricognizione, distruggere piccole motovedette. Un prototipo dell’arma sarà schierato sulla nave Ponce nel Golfo Persico, dove piccole imbarcazioni d’assalto e altri mezzi iraniani possono mettere a rischio le navi Usa e dove Teheran vuole schierare aerei da sorveglianza comandati a distanza e forse un giorno missili.
Il laser non sarà operativo prima del prossimo anno, ha spiegato l’ammiraglio Jonathan Greenert. Scopo dell’arma è lanciare un segnale all’Iran, che gli Usa ritengono possa alzare il livello delle provocazioni a causa delle sanzioni che stanno avendo effetti sull’economia della Repubblica islamica e per lo stallo dei negoziati sul programma nucleare, che la comunità internazionale teme possa nscondere scopi militari.
Secondo il New York Times, la Difesa statunitense ha una lunga tradizione di esagerare le prestazioni dei propri sistemi. Uno studio del Congresso ha tuttavia descritto il laser come un’opportunità per la Marina Usa. L’arma potrebbe infatti portare a cambiamenti nella tattica navale, nella progettazione delle navi e negli appalti. Un “game changer” quindi che all’atto pratico potrà essere usato in diversi contesti a seconda dell’intensità del raggio.
I punti deboli sono il rischio di malfunzionamento in caso di maltempo, con il raggio che potrebbe essere disperso dallo smog, dalla polvere o dal vapore acqueo. Inoltre il bersaglio deve essere ben visibile. Il prototipo non è poi ancora potente al punto di poter abbattere un caccia o un missile. Vantaggiosi sono invece i costi, circa un dollaro a impulso, contro gli almeno 1,4 milioni di dollari per ogni intercettatore, e la teorica disponibilità illimitata di munizioni, ossia finché la nave ha energia.
Il prezzo del prototipo è stato di 32 milioni di dollari, ma se in mare dovesse dare i risultati attesi gli ordini potrebbero farlo scendere. Da tenere in conto in tempo di tagli alla Difesa.
