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Renzi, Passera e il partitone riformatore oltre il Pd

C’è del tenero (politicamente) fra Corrado Passera e Matteo Renzi. Qualcuno l’aveva intuito da tempo. Qualche altro aveva colto segnali informali di interesse del ministro dello Sviluppo per il sogno di un partitone riformista vagheggiato dal sindaco di Firenze. Qualche altro ancora aspettava parole ufficiali per certificare la sintonia. Le parole sono arrivate: “Penso che Renzi sia una risorsa, ci siamo trovati su molti punti. La dinamica interna del loro partito la lascio a loro”, ha detto oggi sul sindaco di Firenze il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, intervenuto ad Agorà su Rai Tre.

Lo stallo di Scelta Civica a la risorsa Italia Futura

D’altronde con l’esaurimento del governo Monti, e la mancata salita politica dell’ex consigliere delegato di Intesa a fianco di Mario Monti in Scelta Civica, erano in molti a ipotizzare scenari a medio termine per Passera. E ora, con lo stallo organizzativo e politico di Scelta Civica, spiazzata (alcuni dicono invece corroborata, dipende dai punti di vista) dall’atarassia di Monti, Passera potrebbe anche avere sponde nella galassia alla ricerca di amalgama e leader di Italia Futura, il pensatoio fondato da Luca Cordero di Montezemolo con l’avallo non solo morale proprio di Passera.

Le parole su Barca

Ma Passera non vuole per il momento sbilanciarsi più di tanto, infatti non esita ad esprimere stima e apprezzamento anche per un altro esponente in ascesa nel Pd. Infatti, a proposito di Fabrizio Barca, altro esponente del Pd sotto i riflettori in questo periodo e ministro per la Coesione territoriale, Passera ha detto: “Il suo impegno mi sembra molto coerente e trasparente. E’ una delle persone con cui mi sono trovato meglio nel realizzare e nel fare. Da parte sua, mi sembra un modo molto efficace per mettere al servizio del Paese tanti anni di esperienza, in particolare quest’ultimo anno”.

Il futuro di Passera
Per quanto riguarda il proprio futuro più immediato, Passera ha spiegato: “Ho promesso e preso l’impegno di fare il ministro a tempo pieno fino all’ultimo giorno e credo che con i collaboratori dei due ministeri ci stiamo riuscendo, anche con soddisfazione”. Quanto al “dopo”, Passera ha osservato che fare il ministro significa che poi “per almeno un anno non hai la possibilità di essere inserito nel mondo normale perché hai una serie di conflitti di interesse. Vorrei utilizzare questo periodo – ha affermato – per capire come mettere ancora al servizio del Paese l’esperienza sia precedente che quella di quest’anno”.

 

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