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La tensione di Airbus dopo il boicottaggio della Cina

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Il supporto c’è, gli ordini dovrebbero esserci, quindi. E invece, nonostante Airbus stia sostenendo la posizione di Pechino contro la regolamentazione delle emissioni aeree proposta dall’Ue, il gruppo che fa capo alla franco-tedesca Eads rischia di vedersi annullare ordini per 11 miliardi di dollari.

La decisione della Cina

La decisione della Cina di boicottare gli ordini Airbus, sottolinea Reuters, arriva infatti dopo che il gruppo ha chiesto a Pechino di riconoscere il suo supporto al Paese in una disputa commerciale con l’Europa.
La storia dà l’idea dell’intensità dell’attività di lobby nella disputa, che si è mossa per convincere l’Ue a congelare una legge nell’ambito della regolamentazione internazionale delle emissioni aeree.

I dettagli della commessa

La Cina ha in parte deciso di bloccare un ordine di 45 jet long-haul A330durante una visita del presidente francese François Hollande lo scorso mese.
Ma dietro le quinte, Airbus ha acclamato quello che l’ad Fabrice Bregier ha descritto a Pechino come uno sforzo comune per limitare i danni agli aerei cinesi.

I posti di lavoro a rischio

Airbus, che ha ottenuto l’appoggio dei leader europei, ha sottolineato che il blocco dell’ordine da parte di Pechino mette a rischio 2000 posti di lavoro. “Da quando sono diventato presidente di Airbus a giugno 2012, ho fatto di questo tema una delle priorità del gruppo”, ha spiegato Bregier a Li Jiaxiang, il responsabile governativo cinese della Civil Aviation Administration of China (Caac). Un portavoce di Airbus ha rifiutato di commentare ma ha ribadito che la società di Eads ha accolto con soddisfazione la decisione europea di mettere uno stop di un anno al programma.

Le sollecitazioni a Pechino di Airbus

La proposta ha scatenato forte criticismo a livello internazionale e la Cina, che la considera una violazione della sua sovranità, ha stoppato ordini aerospaziali del valore di 230 milioni di dollari ognuno. E Bregier ha sollecitato Pechino a rispondere alla decisione europea garantendo l’approvazione dei 45 jet.

Pechino ha approvato 18 ordini dal valore di 4 miliardi di dollari, ma deal ancora più delicati e importanti restano sospesi mentre la Cina aspetta l’esito delle trattative internazionali sul tema delle emissioni, che non violino la sua sovranità.

La competenza dell’Icao

Non è la prima volta che ordini sostanziosi vengono bloccati in parallelo alle tensioni commerciali tra Cina, Ue ed Usa, madrepatria di Boeing, rivale di Airbus.
Il mondo diplomatico sostiene che l’onere della risoluzione della disputa spetterà all’Icao durante la sua assemblea generale che si svolgerà il 24 settembre.

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