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Ecco la mia Convenzione per le riforme ideale. Parla Lanzillotta

La Convenzione per le riforme? Sia presieduta da una guida che unisca e non che divide, ragiona con Formiche.net la senatrice montiana Linda Lanzillotta, che individua la priorità di azione: riformare la legge elettorale. E sul futuro di Scelta civica assicura: “Saremo le sentinelle del riformismo del governo”. Ecco la conversazione con il vicepresidente del Senato, Lanzillotta.

Convenzione per le riforme: quali le affinità con la bicamerale di 15 anni fa?

Non ne vedo molte. Siamo in una fase in cui occorre perseguire una grande riconciliazione su scala nazionale, mentre invece quella bicamerale agì in un contesto molto diverso e infatti l’operazione non riuscì. Credo sia fondamentale applicare il metodo della condivisione sulle grandi riforme improcrastinabili. Personalmente identifico l’emergenza nella legge elettorale, che dovrebbe essere anticipata rispetto all’intervento sulla Costituzione, in virtù di una gerarchia di priorità. Temo comunque che se si tenterà un disegno di riscrittura generale di parti consistenti della Carta Costituzionale, sarà molto alto il rischio di impantanarsi per l’ennesima volta, con una situazione politica ancora precaria dove i due maggiori partiti sono in una sorta di evoluzione dinamica. Per questo l’impostazione della Convenzione mi pare eccessivamente ambiziosa.

Come trasformarla in occasione riformatrice?

Il problema è fare le cose essenziali per il Paese che, tra l’altro, sono note e identificate già da tempo. Così come ha suggerito il Presidente del Consiglio credo si debba procedere pragmaticamente sugli aspetti fondamentali dell’agenda politica.

Stefano Rodotà ha definito la Convenzione un pericolo: un’iperbole?

Mi sembra un’esagerazione, occorre comprendere al meglio come sarà costruita la mozione bicamerale che darà vita alla Convenzione e quale sarà il suo rapporto con il Parlamento. Non c’è dubbio che il potere di revisione costituzionale non possa essere sottratto alle Camere, è il cuore della sovranità ed è previsto con il massimo delle garanzie. Trasferirlo al di fuori del Parlamento porrebbe alcuni problemi sul piano dei principi fondamentali della Carta.

Berlusconi si è proposto come guida, ma Renzi lo ha escluso: rischia di saltare il “cessate il fuoco” appena conquistato con il governissimo?

Penso che Renzi abbia bisogno di mantenersi al centro della scena politica, anche in una fase in cui, in virtù dell’esecutivo Letta, la situazione tende a stabilizzarsi. Ciò detto, per trovare la sintesi in una materia così delicata bisognerebbe proporre delle figure non divisive. E puntare al modus operandi con cui si è giunti al governo.

Il richiamo dell’Ocse crede ridimensioni il programma di Letta?

Non c’era bisogno dell’Ocse per scoprire che le tasse sul lavoro sono la priorità per la crescita. Mi sembra invece che la vicenda Imu abbia una valenza tutta politica: è stato il prezzo dell’accordo di governo e come tale esso andrà realisticamente e ragionevolmente pagato. É evidente che per sostenere la ripresa la priorità sia ridurre le tasse sul lavoro e il cuneo fiscale. Quindi, ad esempio, eliminare l’Irap che grava sul monte salari; attenuare il carico dell’Imu alle fasce sociali più deboli e sugli immobili di minor valore. Diverso è eliminare totalmente questa tassa o restituire quella già versata. Per il Pdl è una bandiera da sventolare, utilizzandola come elemento identitario nella coalizione di governo e magari nella campagna elettorale che immagina non troppo lontana. Però è un prezzo che alla fine pagheranno i cittadini, non perché avranno uno sconto sull’Imu ma perché pagheranno un minor sostegno alla crescita.

Tutti i partiti, tranne il Pdl, sono in fase di riorganizzazione: il Pd post Bersani pare stia puntando su Cuperlo, con Renzi che si tira fuori, Vendola riorganizza la sinistra. Scelta civica, invece, come sta affrontando il passo indietro di Monti?

Monti continuerà ad essere un punto di riferimento politico e culturale per Scelta Civica, anche se una leadership non operativa. Chiusa la fase di costruzione del governo, che tra l’altro ha visto Monti ancora impegnato, faremo al più presto partire la costruzione di un partito dal profilo liberal-democratico, plurale e popolare. Amalgamando queste culture politiche, l’obiettivo è che continui ad avere una forte connotazione riformatrice. E in questo frangente legato alla grande coalizione noi saremo le sentinelle del riformismo effettivo del governo.

twitter@FDepalo

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