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Perché Grillo oscilla tra blog e tv

È vero che Internet sta frantumando il concetto tradizionale di informazione, come rivela il Censis nella sua ultima ricerca (La società impersonale). Ne rappresenta ormai la spina dorsale, nonché l’anello di congiunzione tra vecchi e nuovi media.

Siamo nell’era della comunicazione orizzontale, in cui soggetto e oggetto tendono a coincidere promiscuamente. Ma come ci ricorda l’esuberante direttore di Rai 4, Carlo Freccero, la nostra realtà è ancora fortemente influenzata dalla televisione. Lo stesso Internet è influenzato dal tubo catodico. L’uso del web è nato con logiche derivanti dalla Tv generalista. Lo spettatore che si fa attivo non nasce infatti con Internet ma con la televisione commerciale, rimarca Freccero: “È un percorso che nasce dalla logica dell’audience e che soddisfa il narcisismo dell’uomo qualunque”. Un meccanismo (l’audience) con cui Grillo è abituato a misurarsi. Proprio lui, che è stato il primo epurato dalla Tv democristiana, oggi viene rincorso dalla televisione.

Anche se il concetto tradizionale di Tv si sta modificando a vantaggio di Internet e della personalizzazione dei programmi televisivi visti sempre di più attraverso i mezzi digitali. Dappertutto è così, meno che in Italia. Secondo la ricerca del Censis, solo un quarto degli italiani sceglie di seguire via Internet i suoi programmi preferiti, costruendosi palinsesti su misura e sganciandosi dalla rigida programmazione dei canali.

Resta invece il telegiornale il mezzo d’informazione principale dell’italiano medio (scelto dall’80,9%). Mentre scende tra i più giovani, che per informarsi passano da un media a un altro (compresi i social network) senza distinzione, alimentando una sorta di “nomadismo mediatico”.

Se all’estero (in America in particolare), la rivoluzione digitale ha portato alla morte della Tv generalista (sostituita da altri mezzi più performanti delle necessità e delle preferenze dell’utente), il nostro Paese è saldamente ancorato al concetto di Tv tradizionale. Siamo solo in ritardo, ma questo non significa che perderemo questa evoluzione (o involuzione?) della società in senso digitale.

È solo questione di tempo. Per ora sono solo i giovani (i cosiddetti nativi digitali) a seguire questa tendenza. Ma presto il fenomeno abbraccerà dei numeri molto più importanti. E allora siamo destinati a morire democristiani e generalisti? La risposta per ora non c’è.

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