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Lascio tutto e vado via. I dipendenti italiani sognano un lavoro migliore

I giovani hanno molte difficoltà a trovare lavoro in Italia e spesso sono costretti ad accettare posizioni inferiori al loro livello di istruzione, anche perché secondo 7 lavoratori su 10 l’esperienza è più importante dell’educazione nel trovare un’occupazione adeguata. Per il 73% dei dipendenti non esiste alcuna certezza di mantenere il posto ricoperto, tanto che metà è disposta a cedere parte dello stipendio in cambio di garanzie sulla sicurezza del proprio lavoro. In questa situazione di profonda incertezza, il 65% dei dipendenti italiani si dice disposto a trasferirsi in un altro Paese per trovare l’impiego che sta cercando.

Sono i dati che emergono dal Randstad Workmonitor, l’indagine sul mondo del lavoro realizzata da Randstad, seconda azienda al mondo nel mercato delle risorse umane, nel secondo trimestre 2013. Lo studio è stato dedicato in particolare alla partecipazione al mercato del lavoro, attraverso un sondaggio sottoposto a lavoratori dipendenti di 32 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia.

Le società di recruiting hanno acquisito grande rilievo negli ultimi anni, proprio venendo incontro ai grandi cambiamenti del mercato del lavoro e cercando di rispondere all’esigenza di connessione tra domanda e offerta: il 55% dei lavoratori italiani dice che si rivolgerebbe ad un’agenzia specializzata se si trovasse disoccupato. E quasi tutti gli intervistati dichiarano di preferire un lavoro temporaneo piuttosto che rimanere senza lavoro; anzi 6 persone su 10 ritengono che questo possa essere un trampolino di lancio per trovare successivamente un impiego a tempo indeterminato.

“Il Randstad Workmonitor delinea la fotografia di un mercato del lavoro segnato da una profonda incertezza – afferma Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia – in cui emergono in particolare le difficoltà dei giovani, mentre le prospettive della ripresa economica non sembrano indicare un miglioramento a breve”. Ma secondo Ceresa, “Ai lavoratori italiani, e ai giovani in particolare, va spiegato che il lavoro giusto c’è anche in Italia, anche se spesso è difficile da trovare a causa del mismatch tra domanda e offerta. Inoltre l’istruzione e la formazione continua sono fondamentali, insieme all’esperienza, per trovare un’occupazione adeguata e poi raggiungere alti livelli di carriera”.

Da notare che il Randstad Mobility Index, l’indice che fotografa la probabilità di un lavoratore di cambiare lavoro entro i prossimi 6 mesi, dopo essere aumentato per tre trimestri di fila, ha fermato la sua corsa a 108, a livello globale. Questo significa che, rispetto al trimestre precedente, un minor numero di dipendenti si aspetta di trovare un lavoro diverso entro i prossimi sei mesi. Il 12% dei dipendenti nel mondo sono oggi attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro, l’1% in meno rispetto al trimestre precedente. L’Italia è l’unico paese che mostra una crescita (+5%) delle persone alla ricerca attiva di un altro lavoro (15% contro il 10% nel primo trimestre 2013).

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