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Difesa, tutte le sfide che attendono l’Europa

La Difesa europea corre il rischio di non essere in grado di affrontare le sfide del futuro. Sono diversi i report strategici che da tempo evidenziano la necessità, per il Vecchio Continente, di rivoluzionare secondo i più moderni criteri di efficienza le proprie strutture militari, già indebolite dai tagli al budget dei governi nazionali.

Un’esigenza della quale pare essersi convinta anche la Commissione europea, che ha reso noto un piano d’azione apposito, che sarà sottoposto all’attenzione del Consiglio europeo sulla Difesa previsto per il prossimo dicembre. Una mossa che, pur mirata genericamente a sostenere il settore, potrebbe rappresentare un assist alla ripresa dei colloqui tra i big della difesa Ue per possibili aggregazioni, dopo il fallito matrimonio tra Bae System ed Eads.
Processo al quale questa volta vorrebbe prendere parte anche l’italiana Finmeccanica.

Dal documento emerge che, vista da Bruxelles, l’industria europea della difesa è troppo frammentata, con le aziende che spesso sviluppano prodotti simili mentre sono in ritardo in tecnologie-chiave. Per questo adesso la Commissione vorrebbe favorire la collaborazione tra aziende del comparto, spingendo anche la standardizzazione ed evitando la duplicazione di programmi e prototipi. Concretamente l’Ue potrebbe finanziare la ricerca per sviluppare nuove tecnologie militari ma anche acquistare e utilizzare direttamente attrezzature per le missioni, senza lasciare tutto, come oggi avviene, ai singoli Stati.

E il rafforzamento nel settore Difesa, passa anche attraverso un rilancio del ruolo dell’Europa nel Mediterraneo. Da tempo gli Usa chiedono a Bruxelles di assumere maggiori responsabilità in un mondo non più bipolare, che costringe Washington a dividere gli sforzi e a investire ingenti risorse ed energie con un occhio di riguardo all’emergente Asia.

Un appello, quello a stelle e strisce, raccolto in un intervento del vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani, e del commissario europeo per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier, che nel ridefinire la nuova politica di Difesa europea non trascurano la particolare attenzione che l’impiego di risorse pubbliche deve avere in un severo momento di crisi economica, come quello attuale. La polemica sui caccia F-35, con la conseguente riduzione dei programmi d’arma per tenere i bilanci nazionali sotto controllo, è un caso esemplificativo.

Vi sono almeno due ragioni che giustificano l’urgenza di abbandonare la logica dell’ognuno per se dando nuovo impulso alla politica di difesa comune“, spiegano Tajani e Barnier nel loro intervento, pubblicato sul Sole 24 ore.

Innanzitutto, i vincoli di bilancio legati alla crisi e al risanamento dei conti, che impongono una maggiore razionalizzazione, con la messa in comune delle risorse e più cooperazione a livello Ue. Presi individualmente i bilanci nazionali per la difesa rischiano, infatti, di scendere sotto la soglia critica necessaria per mantenere capacità militari e industriali. E di compromettere, dunque, l’autonomia strategica europea.

In secondo luogo, se è vero che, come afferma il vicepresidente Joe Biden, l’Europa resta una “pietra angolare” della strategia di sicurezza Usa, sappiamo che i nostri alleati americani hanno ormai altre priorità strategiche, in particolare nel Pacifico. Per questo ci esortano ad assumere maggiori responsabilità e a ripartire meglio l’onere in seno all’Alleanza atlantica“.

Infine, aggiungono i due, “proporremo iniziative strategiche a più lungo termine in settori come lo spazio o l’energia. Vogliamo stimolare un vero dibattito su come trarre pieno beneficio dalla duplice natura delle applicazioni spaziali; o sulla necessità o meno di capacità comuni autonome di sicurezza“.

Un esempio ben interpretato ieri, nella base Telespazio del Fucino, in provincia de L’Aquila, dove è stata condotta una dimostrazione delle potenzialità dei quattro satelliti Galileo in orbita, realizzati nell’ambito del più grande programma infrastrutturale europeo, integrati e testati negli stabilimenti romani di Thales Alenia Space.

La Commissione vuole una vera politica di difesa europea (fonte video: Euronews)

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