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Ecco perché Lenovo è accusata di spiare l’Occidente

La cinese Lenovo è nella lista nera dei servizi di intelligence e spionaggio del mondo anglosassone. Il più grande produttore di computer al mondo è di fatto tagliato fuori dal fornire attrezzatura per le reti ad alta sicurezza dei servizi australiani, statunitensi, britannici, canadesi e neozelandesi, per il timore di intrusioni informatiche.

Lo rivela l’Australian Financial Review, cui fonti della Difesa sia australiane sia britanniche hanno confermato l’esistenza di un ordine scritto che mette al bando i computer del colosso cinese che nel 2005 acquisì la divisione computer della Ibm. Non a caso in molti legarono il primo divieto del dipartimento di Stato Usa a ipotetici sentimenti anti-cinesi a causa dell’acquisizione.

Proprio alla metà degli anni 2000 risale il divieto in base a studi che provarono vulnerabilità nei chip della società per il 34% controllata dalla Legend Holdings, il cui 38% è a sua volta dell’Accademia cinese delle Scienze, uno dei principali think tank della Repubblica popolare, sotto il controllo del governo.

In un comunicato la società ha detto di non essere a conoscenza del bando. I computer Lenovo sono comunque usati per reti non sensibili dai dipartimenti della Difesa di molti governi occidentali, Australia compresa, sottolinea il giornale.

Secondo quanto riporta l’edizione del fine settimana di Afr, parti delle reti “top secret” della statunitense Nsa, della britannica Gchq e dell’australiano Defence Signals Directorate sono connesse per permettere comunicazioni dirette tra le agenzie. Il bando contro la Lenovo riguarda anche il Sis britannico, ossia l’MI6, sia l’MI5, così come gli equivalenti australiani: il Secret intelligence service e l’organizzazione d’intelligence per la sicurezza, quest’ultima non collegata alle controparti straniere per il suo ruolo di controspionaggio.
Appena una settimana fa, sempre dalle colonne dell’Afr, l’ex capo della Cia, Michael Hayden, aveva puntato il dito contro il colosso delle telecomunicazioni Huawei accusato di usare i propri prodotti per spiare in favore di Pechino.

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