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Il Grande Scambio di Obama

La tappa di oggi del suo tour economico americano il presidente Barack Obama la farà a Chattanooga, in Tennessee. Il calo dei consensi tra gli elettori, lo stallo al Congresso e una ripresa che fatica lo spingeranno stasera a quello che la stampa Usa chiama già il “Grand Bargain”. La proposta è semplice: per aumentare il sostegno alla middle class, mentre si continua a fare i conti con un tetto del debito da rivedere, le risorse dovranno essere trovate nei conti esteri delle multinazionali Usa, senza dimenticare un abbassamento della pressione fiscale per le imprese negli Usa.

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sarà oggi in un magazzino di Amazon, dove pronuncerà un nuovo discorso sull’economia, dopo i tre della scorsa settimana in cui ha delineato le sue priorità. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, Obama si concentrerà sul settore manifatturiero.

Il nuovo piano di assunzioni di Amazon

Il gigante del web ha annunciato ieri che assumerà 5.000 impiegati per i suoi 17 magazzini statunitensi: una buona notizia per il mercato del lavoro, che Obama sicuramente citerà nel suo discorso. Secondo il Chattanooga Times Free Press, nel deposito che ospiterà Obama lavorano 1.800 impiegati a tempo pieno.

Il sostegno alla classe media

Ma il focus del presidente sarà un altro. Nel suo discorso, anticipa Bloomberg, Obama sosterrà che anni di lotte a livello fiscale hanno distolto l’attenzione dal bisogno di sostenere la classe media Usa durante la recessione.

Il Grand Bargain

E come alternativa alle formule per la riduzione del deficit che combinano un aumento della pressione fiscale con un freno ai programmi assistenziali, Obama proporrà di spendere di più per creare nuovi posti di lavoro, dando la caccia ai profitti esteri dei colossi Usa. L’iniziativa aiuterebbe la manifattura e le infrastrutture. Il programma potrebbe essere finanziato quindi con una tassa una tantum sui 2mila miliardi di dollari di profitti esteri delle società americane custoditi oltreoceano. Non è stato specificato quanto potrebbe essere il gettito reale di una manovra simile, ma la proposta segna una svolta per Obama, che ha sempre parlato di una riforma complessiva della tassazione sia a livello individuale che d’impresa.

La riduzione della pressione e la riforma del fisco

Già a febbraio 2012, il presidente aveva proposto una riduzione della tassa sulle imprese dal 35 al 28%. Un progetto che avrebbe ridotto forse le infrazioni e riformato il fisco, prevedendo la deducibilità degli interessi. Il presidente aveva inoltre proposto l’abbassamento del tasso manifatturiero al 25% e l’istituzionalizzazione del credito d’imposta per le spese in ricerca e sviluppo. E da domani sarà in vigore la nuova metodologia che contabilizza come investimenti anche quelli in ricerca e sviluppo, una decisione che potrebbe far lievitare il Pil Usa del 3%.

Obama non sta certo abbandonando gli sforzi per una riduzione del debito nel lungo periodo, ma la nuova proposta dimostra l’impasse politico del Congresso Usa. Neanche a dire mal comune mezzo gaudio.

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