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Carige, il toto-nomine sul presidente e le ultime lotte di potere

A Genova è già scattato il conto alla rovescia: lunedì 19, sotto il sole di agosto, si riunirà il consiglio di amministrazione ormai decaduto di Banca Carige per convocare, almeno 40 giorni dopo, l’assemblea dei soci chiamata a rinnovare l’organo.

Confronto senza sosta tra presidente e Fondazione
Prosegue, infatti, a suon di colpi di scena il piano segreto disegnato da Berneschi per fare entrare nell’azionariato Unipol e scavalcare la Fondazione. Il piano è stato smentito dall’amministratore delegato della compagnia bolognese, Carlo Cimbri, ma intanto tra presidente ed ente primo socio si è consumata la rottura. Al punto che all’inizio di agosto otto consiglieri di amministrazione della banca, tutti espressione della Fondazione e degli altri soci forti di Bpce (10% del capitale), hanno rassegnato le dimissioni, portando alla decadenza del board.

Verso l’assemblea per la nomina del nuovo consiglio
Una situazione che porterà alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione in occasione della prossima assemblea dei soci, che si preannuncia già incandescente e che si riunirà tra settembre e ottobre. Un board nuovo di zecca all’interno del quale è decisamente difficile che possa sedere anche l’attuale presidente Berneschi (e insieme con lui anche il suo vice Alessandro Scajola, fratello dell’ex ministro Claudio). A meno che, come qualcuno ha ipotizzato, Berneschi non riesca a farsi eleggere dalle liste di minoranza, anche se sarebbe curioso vedere il grande dominus incontrastato delle banca negli ultimi 25 anni in un ruolo così ridimensionato. Sta di fatto che, a meno di nuovi colpi di scena che comunque non sono da escludere a priori, sulla poltrona di presidente siederà una persona nuova.

Prevale l’ipotesi interna e/o locale
Da giorni, perciò, a Genova, ai consueti tormentoni estivi se ne è aggiunto uno nuovo: chi raccoglierà il testimone di Berneschi? La stampa locale e nazionale si sbizzarrisce sulle ipotesi. Secondo l’edizione genovese di Repubblica, il successore potrebbe essere Alessandro Repetto, che a dispetto del cognome non è parente del presidente della Fondazione Carige, Flavio, con cui comunque i rapporti sono molto buoni. Sempre Repubblica Genova lancia l’ipotesi di una nomina alla vicepresidenza di Pierluigi Vinai, che già ricopre quel ruolo all’interno dell’ente primo socio della banca. Vinai, tuttavia, ha smentito l’eventualità via Twitter. Tornando al successore di Berneschi, qualcuno nei giorni scorsi aveva ipotizzato una soluzione esterna e sganciata dalle logice locali (erano stati fatti i nomi dei “soliti” banchieri non in banca Roberto Mazzotta e Carlo Salvatori). L’eventualità, tuttavia, conoscendo il presidente della Fondazione, che in questa fase ha il pallino in mano, sembra abbastanza improbabile. Così come sembra poco realistica l’ascesa alla presidenza di Cesare Castelbarco Albani, che nel consiglio decaduto più che l’ente capitanato da Repetto rappresentava Bpce.

Oltre ad Alessandro Repetto c’è anche Alberti
Una candidatura plausibile, oltre a quella di Sandro Repetto, secondo quanto risulta a Formiche.net, è quella di Piergiorgio Alberti, imperiese come i due fratelli Scajola e già avvocato dell’ex ministro del governo Berlusconi. Una possibile nomina di Alberti ai vertici di Carige, fanno notare fonti finanziarie, potrebbe facilitare una riconciliazione di banca e Fondazione con l’ala imperiese, che nell’ultimo decennio non ha mai mancato di fare sentire il suo peso proprio per l’effetto Scajola.

Twitter: @scarlots

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