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Generali, Unipol e Fonsai. I conti in tasca alle assicurazioni in un report della Cgil

L’ufficio studi della Fisac Cgil mette nel mirino le assicurazioni italiane prima e durante la crisi, nel periodo 2007-2012. Il rapporto, in particolare, studia la distribuzione dei premi assicurativi sul territorio italiano. E giunge alla conclusione che ci si tende ad assicurare soprattutto nell’Italia settentrionale e sempre di più nel ramo Vita piuttosto che nel Danni. “Questo sbilanciamento sul lato del Vita – osservano dall’ufficio studi del sindacato – nelle regioni dell’Italia meridionale e insulare è stato reso ancora più marcato dalla prevalenza accentuata del portafoglio dell’assicurazione obbligatoria Rc auto nell’ambito del segmento Danni”. In altri termini, al Sud appaiono piuttosto restii a farsi delle polizze vita, mentre l’Rc auto, essendo obbligatoria, non la possono evitare. Situazione analoga nell’area centrale della Penisola, anche se qui, sottolineano dell’ufficio studi del sindacato, lo squilibrio tra Vita e Danni “è stato meno vistoso”.

In Lombardia tutti pazzi per le polizze Vita
Vediamo un po’ di dati. Innanzitutto, la raccolta Vita in Italia, nonostante la fase di crisi economica, è passata dai 61,44 miliardi del 2007 a 69,71 miliardi, registrando una crescita in tutte le regioni. Guardando in particolare all’Italia settentrionale, “questa macro area geografica – si nota nello studio – nel 2012 ha continuato a rappresentare, seppur con una lieve flessione rispetto al 2007, circa il 60% del portafoglio Vita, di cui quasi il 25% è stato coperto ancora dalla Lombardia”. L’Italia centrale è salita dal 17,7% al 18,8%, mentre quella meridionale dal 12,7 al 13,2% e le isole sono praticamente rimaste immobili al 5,6 per cento.

Rc auto in calo a livello nazionale ma non al Sud
La sola raccolta Rc auto, che è obbligatoria, nel 2007-2012, è leggermente scesa da 18,24 a 17,57 miliardi. Nel periodo, l’Italia settentrionale ha mantenuto il maggiore peso percentuale, seppure in contrazione (passando dal 46,7% al 44,5%), sulla raccolta nazionale. Nello stesso arco temporale, l’Italia centrale ha mostrato una sostanziale tenuta del suo peso percentuale sulla raccolta nazionale (passando dal 22,9% al 23%), ribadendo la seconda posizione nella graduatoria generale. Quanto al Sud e alle isole, queste due macro aree geografiche hanno elevato il loro peso percentuale sulla raccolta nazionale: il Sud è cresciuto dal 20 al 22% e le isole dal 9,4 al 10 per cento.

Alcune aree del Nord vicine ai paesi dalla cultura assicurativa più avanzata
E’ evidente dunque come vi siano forti differenze di raccolta a seconda che l’assicurazione sia o meno obbligatoria. “Queste differenze – osservano dall’ufficio studi della Fisac Cgil – in un contesto di diffuso immobilismo degli assicuratori, hanno indicato ulteriormente che il problema atavico della sotto assicurazione dell’Italia si è manifestato in maniera diversa da regione a regione e che per molte di loro è sicuramente molto più marcato di altre. Possiamo aggiungere che diverse regioni hanno fornito un quadro che si è avvicinato, anche se ancora lontano, a quello di alcuni paesi europei a cultura assicurativa avanzata. Di conseguenza – tirano le conclusioni dall’ufficio studi del sindacato – possiamo qui sicuramente riferirci a regioni più mature sotto il profilo assicurativo, ma con prospettive di crescita ancora significative ed altre, fortemente sotto assicurate (ossia quelle situate al Sud e nelle isole, ndr), che presentano potenzialità di sviluppo da paese emergente”.

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