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Ecco come naufragano i referendum di Pannella e Berlusconi

La Cassazione sta sollevando la rappresentanza sindacale dei magistrati dall’incubo dei nuovi referendum sulla giustizia promossi dai radicali. Sono quelli riguardanti, in particolare, la separazione delle carriere dei pubblici ministeri e dei giudici, la responsabilità civile delle toghe e un più rigoroso, e limitato, ricorso alla custodia cautelare, cioè al carcere prima del processo. Le firme raccolte nei mesi scorsi dal partito di Marco Pannella con l’aiuto anche dell’allora Pdl dopo un pubblico e diretto intervento di Silvio Berlusconi (QUI LE FOTO), non sono risultate sufficienti agli uffici della Cassazione. Dove ne sono state già trovate di irregolari tante da far mancare la soglia delle cinquecentomila necessarie per la promozione.

LA LEGGE VASSALLI

Con la decapitazione di questi referendum, per quanto non ancora formalizzata, svanisce la possibilità di spianare per questa via la strada ad una seria riforma della giustizia, sottraendola alle sabbie mobili di un Parlamento dove permane forte la paura di sfidare le resistenze dei magistrati. I quali, d’altronde, erano riusciti già nella primavera del 1988 a vanificare un referendum perduto nell’autunno del 1987 sulla responsabilità civile. Vi erano riusciti reclamando e ottenendo, con una convergenza parlamentare fra democristiani, comunisti e socialisti, una legge protettiva della loro sostanziale irresponsabilità. Che, promossa in particolare dall’allora ministro socialista della Giustizia Giuliano Vassalli, oltre a disseminare di ostacoli procedurali l’accesso al giudizio, scaricava e scarica tuttora l’onere del risarcimento dei danni procurati dai magistrati sullo Stato. Che potrebbe rivalersi su di loro per non più di un terzo di un anno di stipendio.

LA VOLONTA’ DI CRAXI

Eppure il Psi guidato da Bettino Craxi si era schierato a favore del referendum nel 1987 con impegno molto forte, che aveva contributo a interrompere l’esperienza dello stesso Craxi alla guida del governo, già in difficoltà per l’insofferenza della Dc allora guidata da Ciriaco De Mita. Piuttosto che fare quel referendum, ed altri in programma nella primavera del 1987, fra i quali uno contro la produzione di energia nucleare, la sinistra democristiana preferì provocarne con le elezioni anticipate un rinvio. Di cui però, ad elezioni avvenute, Craxi riuscì ad abbreviare la durata imponendone lo svolgimento, con un’apposita legge, già in autunno, anziché nella primavera dell’anno successivo.

I TORTI SUBITI DA TORTORA

La sorprendente adesione del Psi e del suo segretario a una nuova e quasi ostruzionistica disciplina della responsabilità civile dei magistrati fu dovuta alla forte ascendenza personale del giurista Vassalli. Che, d’altronde, era stato nel Psi fra i pochi, se non l’unico, a manifestare dubbi sul referendum promosso in materia dai radicali, nutrendo evidentemente nella magistratura moltissima fiducia, nonostante i torti appena subiti tragicamente dal povero Enzo Tortora. Ma lo stesso Vassalli, non più ministro, avrebbe poi avuto modo di ravvedersi, viste le aspre critiche da lui mosse alle durissime iniziative giudiziarie contro Craxi, nella stagione di “Mani pulite”.

CRISI SCONGIURATA?

La rimozione dei nuovi referendum sulla giustizia, dopo la mancata convalida delle firme di promozione da parte della Cassazione, potrebbe rimuovere dalla scena politica almeno una delle tentazioni di crisi di governo e ricorso, pur di rinviarli, alle elezioni anticipate. Ma, di tentazioni in questa direzione, ne rimangono altre, trasversali alla maggioranza e alle opposizioni, vecchie e nuove: da Beppe Grillo a Silvio Berlusconi, appena decaduto da senatore, e Matteo Renzi.
Il maggiore e forse insormontabile ostacolo allo scioglimento anticipato delle Camere, quanto meno in assenza di una riforma della legge elettorale, rimane il presidente della Repubblica. Che potrebbe opporvisi sino a dimettersi, in uno scenario peraltro da lui stesso minacciato già nel discorso pronunciato il 22 aprile scorso al Parlamento che lo aveva appena rieletto.

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