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Matteo Renzi: inciuci e illusioni

I candidati alla segreteria del PD stanno producendo tanta fatica per raggiungere l’agognato traguardo, il più scoppiettante tra i concorrenti è certamente Matteo Renzi che prosegue la sua corsa tra allegre adunate e coloriti interventi. Pare che tutto vada nel giusto verso, considerata ormai la notevole crescita dei suoi supporters. Questi stanno esprimendo convinto sostegno all’operato precongressuale(?) del sindaco fiorentino, a parte le discutibili operazioni di tesseramento. Il PD spera di fare il botto portando Renzi a capo del partito e poi candidandolo contro Berlusconi alle prossime elezioni politiche. Gli ex-comunisti e Renzi, dopo ventiquattro anni dalla caduta del Muro, ancora inciuciano per non perdere le proprie nicchie di privilegi e per continuare a galleggiare. Lo scambio di voti tra Renzi e gran parte del gruppo dirigente PD, ovvero il mercato delle vacche, serve a garantire ad alcuni sepolcri imbiancati la conservazione di ciò che hanno acquisito sino ad oggi. Renzi si offre quale protesi o maschera, checché se ne dica, per portare la sinistra alla vittoria elettorale, in cambio della presidenza del Consiglio, utilizzando sempre lo stesso paradigma dal 1994 ad oggi: un candidato moderato a Palazzo Chigi, non di scaturigine PCI. Il PD però deve stare attento, è sicuro che Renzi è di sinistra? Il suo linguaggio ricorda tanto qualcuno che parlava di “aula sorda e grigia”, “bivacco di manipoli”, sostenuto da grandi trust dell’informazione, da agrari e da industriali del Nord. Forse, forse che la democrazia in Italia stia passando di moda, vista l’ampia partecipazione di giovani, professionisti, operatori dell’informazione scritta, della radio, della televisione, di industriali e di banchieri alle passerelle renziane? Da sincero e convinto democratico, inizierei a vigilare. Il sindaco di Firenze politicamente è uno spregiudicato, ma con pochissimi contenuti, degno erede del Berluska, pensa solo a sè stesso, ad accrescere fama e potere, per andare quanto più in alto possibile per cui é ben disposto a sottoscrivere mille patti inciuciatori, pur di ottenere lo scettro del vincitore. Ritiene che, una volta conquistata la segreteria, dopo può tranquillamente dedicarsi a rottamare e ad asfaltare. Questo baldanzoso giovane, bulletto della politica, coniando uno slogan al giorno, non disdegna di fare inciucioni con tutti pur di essere lui il capo. Va in giro consegnando veline ai giornali dove si afferma che è finito il tempo degli inciuci e che lui è contro gli inciuci, lui. Bisogna rottamare, asfaltare gli uomini della vecchia politica, campa…cavallo. E intanto sin accorda con loro. Girano diverse gustose storielle su Renzi presidente della provincia di Firenze e sindaco della città sull’Arno. Sarebbe opportuno che chiarisse con validi documenti le contestazioni addebitategli dalla GdF e dalla Corte dei Conti, prima di assumere con tanta disinvoltura l’abito dell’innovatore moralista. La vera e buona politica non è estemporaneo giovanilismo, a parte il fatto che Renzi si sta rivelano più vecchio dei vecchi politici, ma idee valide e praticabili per la governabilità del Paese. Le statistiche di queste ore ci dicono che la povertà dilaga come non mai, a causa di una preoccupante crisi di crescita e di sviluppo; che la disoccupazione giovanile al Sud è al 45% secondo dati ufficiali, ma quelli reali parlano di 50% ca. E allora Renzi anziché fare kermesse e passerelle alla Leopolda, che pure potrebbero essere utili se impegnate su questioni concrete di governo, venga al Sud: a Bagnoli, a Pomigliano, a San Giovanni a Teduccio, a Pietrarsa, a Taranto, a Castellammare di Stabia, a Gioia Tauro a dire ai giovani quale politica economica egli ha in mente, per rilanciare i distretti industriali del Mezzogiorno, fonte di lavoro preziosa per i giovani disoccupati. Non basta opporsi sempre e comunque al vecchio, bisogna dire il nuovo cos’è e come si attua, altrimenti caro il mio Renzi si vendono solo illusioni, e di illusioni è lastricato l’ultimo ventennio italiano

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