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Per chi palpita il cuore della Cgil alle primarie del Pd

L’anno scorso Susanna Camusso offrì il suo caloroso appoggio all’investitura popolare di Pier Luigi Bersani, accompagnato da una polemica astiosa nei confronti di Matteo Renzi. Domenica prossima, invece, non parteciperà alle primarie del Pd. Perché – ha spiegato – questa volta si elegge il segretario di un partito, e non il candidato del centrosinistra alla premiership. La leader del sindacato maggioritario, insomma, non ritiene opportuno intromettersi nelle faccende interne di un partito, mentre considera doveroso intromettersi nelle faccende interne di una coalizione. Un’autonomia à la carte, si potrebbe definire.

Solo che la leader del “sindacato maggioritario del sindacato maggioritario” non sembra pensarla così. Parlo di Carla Cantone, segretario dello Spi (quasi metà degli iscritti alla Cgil). Non solo candidata nella lista di Gianni Cuperlo, ma ispiratrice di una lettera su carta intestata del sindacato pensionati in cui si invitano dirigenti e tesserati a non far mancare il proprio sostegno a… immaginate a chi.

Ma mettiamo pure da parte il paradosso di una confederazione i cui rappresentati da tempo votano largamente per i grillini e per i partiti di centrodestra, mentre tutte le sue posizioni di vertice restano occupate da esponenti del Pd, di Sel o della sinistra radicale. Se tanti dirigenti cigiellini si dichiarano entusiasti del metodo delle primarie e scendono direttamente in campo per essere protagonisti di questa esperienza democratica, perché non lo propongono anche per eleggere i vertici confederali e delle stesse strutture territoriali e di categoria?

Nessuna persona ragionevole, infatti, potrà negare che la macchina congressuale della Cgil continua a essere trainata, più che da regole democratiche, dalle consuetudini non codificate della cooptazione. In questo senso, lo strumento delle primarie potrebbe servire per restituire a chi finanzia il sindacato l’ultima e decisiva parola su strategie e gruppi dirigenti, invece di affidarla a forme di accertamento del consenso barocche, bizantine e in qualche misura occulte.

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