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Ecco chi consiglia Renzi e i renziani

Compiaciuto della sua giovanile esuberanza che lo fa sentire “unto dal Signore” (un altro prima di lui aveva di sé la medesima opinione), Matteo Giamburrasca Renzi, a sostegno delle sue critiche alle politiche dell’ultimo decennio, davanti alla direzione del Pd ha dichiarato, radioso come il sole: “Nei mercati rionali, quelli che frequento io, questo è il giudizio”.

Per chi intende coltivare la demagogia la battuta è efficace, anche se non è originale. Era Clemente Mastella che da ministro del Lavoro del primo governo Berlusconi dichiarava di essere più attento ai mercati rionali che a quelli internazionali. Però questo atteggiamento arrogante ci aiuta a capire la mentalità del nuovo gruppo dirigente del Pd e la sua formazione politica.

Del resto, proprio nei giorni scorsi ci siamo imbattuti nell’intervista di Francesco Nicodemo che sarebbe, niente meno, il responsabile della comunicazione nella nuova segreteria del Pd (quelli che al mattino si presentano all’alzabandiera delle 7,30 al canto: “Spunta il sole, canta il gallo, Matteo Renzi va a cavallo!”). Sapete chi è il punto di riferimento di questo signore? Bill Clinton? Tony BlairBarack Obama? Stefano Rodotà? Pietro Ichino? Harry Potter? Sbagliato. Nicodemo si confronta con Paolo, il barista di S. Giovanni a Teduccio, il suo paese, perché ‘’ascoltare i suoi commenti….. ti mette a contatto con il sentire comune”.

Con tutto il rispetto per i frequentatori dei mercati rionali e dei baristi di periferia, che sono pur sempre uno spaccato sensibile della realtà e che devono essere ascoltati con attenzione, noi restiamo affezionati ad un diverso insegnamento: quello di comunisti d’antan. Ricordiamo che il grande Luciano Lama – a chi nelle riunioni iniziava il suo intervento con le classiche parole (“I lavoratori dicono….”) – soleva replicare: “Conosco bene ciò che affermano i lavoratori e quanto li preoccupa. Mi interessa conoscere che cosa dite voi a loro”. Ovvero, se siete capaci di svolgere quel ruolo di direzione a cui siete stati chiamati: un ruolo che include anche il coraggio di spiegare perché certi fatti accadono in un contesto che è ben più ampio dei poteri di intervento e di soluzione di cui dispone la politica, soprattutto a livello nazionale.

Perché è troppo facile assecondare l’andazzo per cui “è colpa di chi comanda adesso. Noi faremo meglio”. Lenin era solito affermare che la sua intenzione era quella di portare al potere le cuoche. Poi si trovò a governare con la polizia segreta.

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