Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Come far ripartire l’economia e la società

Pubblichiamo l’editoriale che uscirà domani sul giornale della Uilm Fabbricasocietà

Come sarà il 2014? Il sindacato teme la crescita di nuova disoccupazione, la Confindustria mette in evidenza la grande incertezza che caratterizza l’attuale congiuntura.

L’economia italiana soffre: il debito pubblico sta oltre il 130% del Pil che in Italia ammonta a circa 1.600 miliardi di euro; il nostro indebitamento nell’ultimo anno è salito di circa cinque punti percentuali per una cifra corrispondente a 95 miliardi di euro; invece, l’inflazione scende, quasi dimezzandosi rispetto all’anno trascorso, attestandosi all’1,2%. E’ proprio questa decrescita a preoccupare, perché è il segno del passaggio dalla stagnazione alla deflazione.

E’ stato emozionante ascoltare il Presidente della Repubblica, nel messaggio di fine anno, quando ha fatto riferimento alla necessità di intraprendere azioni di politica industriale  e a favore del manifatturiero in particolare, per creare le condizione della ripresa. Giorgio Napolitano è persona autorevole e saggia nel sostenere la necessità di agire con coraggio, una dote che ai lavoratori metalmeccanici non è mai venuta meno. Il problema è, quindi, un altro. Quello che viene a mancare è il senso della prospettiva. Il 2014 potrà essere ricordato come un anno importante se si riuscirà ad evitare lo scivolamento dalla lunga recessione alla stagflazione economica.

Per trovare uno spiraglio di luce nel buio della crescita economica ed occupazionale occorre guardare all’Europa. Nello specifico, al programma presentato nell’ottobre del 2012 dalla Commissione Ue: “Per un’industria europea più forte” che arrivi al 20% del Pil europeo entro il 2020. La nostra industria è stata attaccata, da un lato, dalla crisi iniziata nel 2008 che ha ridotto produzione ed occupazione; e, dall’altro, dalla concorrenza industriale di Asia ed Usa.

La risposta continentale e quella nazionale dovranno incentrarsi sulla velocità dell’innovazione, basata su nuovi processi e prodotti, su una loro riconfigurazione ecocompatibile, su crescenti qualificazioni delle risorse umane. “Insomma – spiega l’economista Alberto Quadrio Curzio – l’anno iniziato da pochi giorni deve diventare quello dedicato all’economia reale di cui l’industria, nei suoi molti settori e per la sua integrazione coi servizi, rimane il centro”.

Ma il 2014 rischia anche di essere l’anno della persistente crisi sociale, dovuta alla crisi economica e alle convulsioni di un sistema ridotto all’uscita di scena. Si può rispondere alla crisi della società anche attingendo dalle forze di una nuova generazione. Ci vuole un’equilibrata transizione assicurata da protagonisti diversi. Esistono potenzialità diffuse, indispensabili alla svolta tanto auspicata.

Il 2014, per esempio, si presenta come l’anno con la più alta maggioranza di cinquantenni, perché il 1964 è stato quello col primato delle nascite in Italia. “Siamo ancora lì a chiederci – racconta lo scrittore Diego Da Silva – com’è che si fa. Da dove si comincia e, soprattutto come si ricomincia”. Tutto può ripartire con la forza del pensiero e quella del lavoro, cioè comprendendo quel che accade intorno ed agendo di conseguenza col coraggio necessario. Nel 2014 continueremo a lavorare per rilanciare l’industria, ma anche pensando a ritrovare gli spazi perduti tra chi il lavoro lo ha perso, o non lo riesce ancora a trovare. Si comincia da qui!

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter