Ciò che sta accadendo, tanto sul fronte della politica economica e dell’euro quanto su quella estera ( crisi drammatica e guerra civile in Ucraina) dimostra il sostanziale fallimento della integrazione europea.
Non se ne esce con un ritorno agli antichi nazionalismi e rinchiudendosi in anacronistiche autarchie, ma rilanciando una più forte volontà di unione europea, da costruire su basi sostanzialmente diverse da quelle di Maastricht, a loro volte delegittimate dagli illegittimi regolamenti attuativi di quel trattato, come ha ben denunciato il prof Guarino nel suo ultimo saggio.
Serve una forte ripresa del pensiero sociale cristiano e sul piano politico la creazione a livello europeo di un grande partito laico, popolare, riformista, europeista, transnazionale di ispirazione cristiana che riporti il PPE alle sue fondamenta originarie.
Ciò comporta per l’Italia:
a) dare pratica attuazione alla piattaforma programmatica di Sant’Anselmo elaborata dall’associazione Democrazia Cristiana;
b) alla condivisione di un codice etico di riferimento cogente per i soggetti che intendono confederarsi;
c) la presentazione di una lista di resistenza popolare alle prossime europee, contro il tentativo assurdo del “Renzuscone” di ridurre l’Italia a una forzata impossibile dualità tra Renzi e Berlusconi, lontana mille miglia dalla concreta realtà italiana e prodotto di sub culture che non possono offrire alcune speranza al Paese.
Ci auguriamo che anche gli amici dell’UDC riuniti oggi nel loro congresso meditino su tale prospettiva, unitamente agli amici del NCD di Alfano, Lupi, Quagliariello e Giovanardi e concorrano con quanti, da Mauro, Fontana, Tassone e Fiori, e numerosi gruppi e associazioni, hanno già condiviso tale impegno per il patto federativo.
Ettore Bonalberti
