Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Renzi riparta dal Nordest

Pubblichiamo il commento di Federico Guiglia uscito su l’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Brescia Oggi

La fase della speranza, quella del “Matteo, facci sognare!”, è finita. Tutto ciò che ha portato a una grande e trasversale simpatia per il sindaco non più di Firenze, ma dell’Italia da ieri, giornata del giuramento del nuovo governo, è dietro le spalle. Basta, dunque, parlare delle primarie che l’hanno incoronato. O discutere, ancora, dello stile machiavellico col quale il giovane Renzi ha liquidato il giovane Letta. Oppure polemizzare sulle idee movimentate e movimentiste con cui il presidente del Consiglio incaricato ha catturato da tempo l’attenzione degli italiani: anche la sua celebre “rottamazione” fa ormai parte della preistoria, insieme coi reperti archeologici di una vecchia politica spiazzata e spazzati via da questo vento improvviso, ma non inatteso che soffia su palazzo Chigi.

Ora il Giamburrasca è primo ministro e non ha più alibi. Tocca a lui e all’esecutivo snello, giovane e paritario fatto a sua immagine e somiglianza, prendere il toro per le corna, cioè affrontare la prima emergenza. Che non è affatto né elettorale né costituzionale, ma che si chiama “lavoro”. E allora Renzi forse farebbe bene a organizzare la sua prima visita ufficiale tra le aziende e i cittadini del Nordest. Non soltanto per constare di persona, e subito, il concreto livello di crisi e di sfiducia che ha colpito tanti imprenditori e lavoratori. Alcuni dei quali in questi mesi sono perfino arrivati per disperazione -come si sa, ma troppo in fretta s’è dimenticato-, a togliersi la vita. Dunque, venga a sentire il dolore del Nordest, il presidente del Consiglio. Ma venga anche a capire che proprio da questo territorio ferito, ma non arreso, può ripartire la locomotiva-Italia. Serve un segnale forte, l’impulso che il governo-Renzi intende approvare sul serio misure che consentano di produrre meglio, di esportare di più, di dare l’unica cosa che da sempre si chiede: fare il proprio lavoro senza essere impediti da una burocrazia coi paraocchi, né tartassati da un fisco abituato a fare il forte coi deboli -le fabbriche, gli artigiani e i commercianti in crisi-, e il debole coi forti, a cominciare dagli intollerabili evasori fiscali.

Serve, dunque, che Renzi dia il suo “la” all’orchestra per cambiare finalmente musica in Italia, per consentire all’economia di ripartire dal Nordest, desideroso di poter tornare a correre dopo tante chiacchiere e occasioni mancate da parte del Palazzo. Dopo che ha preso la necessaria fiducia delle Camere, Matteo Renzi è chiamato a dare lui fiducia al Paese e ai territori che sanno, che possono e che vogliono voltare pagina.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter