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Europa si, Europa no. Schulz chi?

L’intervista di Monica Maggioni al candidato del Partito Socialista Europeo per il posto di presidente della Commissione europea è andata in onda oggi sul canale RaiNews ma sul sito se ne trova solo qualche estratto. Peccato!

Al di la dei prevedibili riposizionamenti pro Renzi e dell’omaggio dovuto ad Enrico Letta, le risposte del candidato Schulz sono surreali. Ripropone il solito ritornello europeista per “l’unità europea” che compara l’Europa di 500 milioni di cittadini ai giganti asiatici, la Cina con 1.3 miliardi e l’India con circa 1 miliardo di abitanti. È davvero surreale che per contare ci si “pesi” anzi ci si “conti”. E che politica sarebbe questa, quella del mercato delle granaglie? Bah! Ammette che il problema (un vero scoop!) è la creazione di lavoro. Poi ci offre il suo slogan “per vendere l’Europa”: “insieme si conta di più che da soli” (grande spessore politico!). Aggiunge che quindi si deve “lavorare insieme”! La sua idea è che l’Europa non si dovrebbe occupare “della misura delle bottigliette di olio di oliva per i tavoli dei ristoranti” (ma va!) ma che deve creare le condizioni per lo sviluppo economico. Sul come, non una parola. Però per convincere gli elettori a votarlo usa il solito consolidato metodo della “paura”: poveri noi se dovessero vincere quei “diversi” che vogliono un’altra Europa, rottamando quella che c’è. Ma che progetto politico è questo?

Non c’è che dire, un ex libraio tedesco che è cresciuto nelle mura della burocratica socialdemocrazia tedesca (SPD) che poi da 20 anni è “maturato” come “il più influente politico europeo” nell’ultra burocratico parlamento europeo. Un carrierone rassicurante! Chissà se come autore finalmente sfonderà distinguendosi in qualcosa? Lui propone il “Gigante incatenato”, quando invece ormai, ma lui non se ne accorge, i popoli europei vogliono rompere le catene europee. Per saperlo Schulz dovrebbe andare a parlare con quei 40000 che stanno oggi manifestando a Roma. Ma lui preferisce l’Europa, a Bruxelles è più sicuro.

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