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Al concistoro si discute di famiglia, ma a decidere sarà il Sinodo

Si è chiuso con la sorpresa più inattesa il concistoro straordinario, che ha visto per tre giorni riuniti a Roma più di centocinquanta cardinali. Poco prima delle 11, nella basilica vaticana ha fatto il suo ingresso il Papa emerito Benedetto XVI, con bastone e la greca d’ordinanza. Sorridente e rilassato, è andato a sedersi a fianco dei cardinali vescovi, poco oltre il patriarca di Antiochia dei Maroniti, il cardinale Bechara Rai. Francesco si è subito diretto dal predecessore, salutandolo calorosamente. Ratzinger si è subito tolto lo zucchetto bianco.

QUASI SETTANTA INTERVENTI AL CONCISTORO SULLA FAMIGLIA

Ieri sera, invece, si era conclusa l’ultima sessione delle riunioni cardinalizie sulla famiglia, prima tappa verso il Sinodo straordinario del prossimo ottobre e di quello ordinario del 2015. Sono intervenuti sessantanove porporati, trattando un’ampia gamma di temi. Il clima, ha detto padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, “è stato di grande serenità e soddisfazione da parte di tutti i presenti per l’ampiezza e la profondità degli interventi”.

LA RELAZIONE DEL CARDINALE KASPER

Ad aprire i lavori era stata giovedì mattina la lunga e corposa relazione del cardinale Walter Kasper, teologo di valore e già presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani. Nel suo intervento, il porporato tedesco non ha fornito soluzioni – come peraltro gli era stato espressamente richiesto dal Papa –, bensì ha posto domande. Al centro dell’attenzione, oltre ai riferimenti fatti da molti cardinali alla teologia del corpo di Giovanni Paolo II, alla Familiaris Consortio e al Catechismo della chiesa cattolica, c’è stata la questione della riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati. Kasper ha ribadito che la chiesa non può mettere in discussione l’insegnamento di Cristo sull’indissolubilità del matrimonio, ma che è necessario interrogarsi sull’approccio da mantenere nei casi concreti.

MENO RIGORE SUI CASI CONCRETI

E proprio su questi, il porporato tedesco ha confidato di essere “un po’ meno rigoroso del prefetto Muller”, il custode dell’ortodossia. Anche perché, aveva aggiunto, “non è immaginabile che uno possa cadere in un buco nero da cui Dio non possa tirarlo fuori”. Questo deve quindi essere il punto di partenza per la discussione, una sorta di “ouverture”, come ha aggiunto Lombardi, in vista degli appuntamenti sinodali. E’ il valore della misericordia a rappresentare il punto centrale della questione, e se l’impostazione di Muller è più rigida, quella di Kasper appare più morbida: “C’è un’uscita per colui che si pente e si converte. Ma un buco senza uscita è per me impossibile”.

NESSUNA DECISIONE E’ STATA PRESA

Nessuna decisione è stata presa, anche perché non era quella la sede dove decidere qualcosa. Spetterà ai Sinodi, in un percorso di due anni (ha notato il Papa), proporre una soluzione. A ogni modo, la bussola orientativa è rappresentata dall’intervento di Kasper, non a caso lodato da Francesco in apertura della sessione mattutina di venerdì, quando ha rivelato di aver riletto prima di addormentarsi l’intera relazione del teologo tedesco, e di aver riscontrato in essa ciò che si definisce “fare teologia in ginocchio”.

SI RIUNISCE LA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO

Da lunedì si riunirà la Segreteria generale del Sinodo sotto la guida del neo cardinale Lorenzo Baldisseri. Sul tavolo, le sintesi delle risposte al questionario inviato lo scorso novembre alle diocesi che nelle richieste d’Oltretevere sarebbero dovute rimanere riservate. Invece, qualche conferenza episcopale locale ha già fornito i primi risultati, quasi tutti accomunati dalla richiesta di andare oltre l’attuale insegnamento cattolico in fatto di morale sessuale.

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